Ieri mattina, ad Arcore, dalle 9.30 sino allora di pranzo, hanno fatto suonare i fischietti in 300 manifestanti davanti alla residenza del premier, Silvio Berlusconi. Non autonomi dei centri sociali ma vigili urbani provenienti da tutto il Nord Italia. «Noi ci siamo contati uno ad uno ed eravamo almeno cinquecento». Dichiara Daniele Vincini, agente motociclista aderente al S.u.l.p.m. (Sindacato unitario lavoratori polizia municipale) in forza al reparto radiomobile di Milano. «Nella nostra città - spiega Vincini - siamo sotto organico di almeno 350 unità eppure quando io smetto la divisa divento un signor nessuno. Se intervengo durante un atto criminoso lo faccio a titolo personale, come privato cittadino, e corro tutti i rischi del caso senza nessuna tutela. Non abbiamo nessuna copertura legale neppure quando siamo in servizio, si figuri quando il nostro turno è finito. Pensi che io devo rispettare un tragitto casa-ufficio concordato ma se per caso faccio una deviazione per portare a scuola mio figlio e i carabinieri mi fermano per un controllo posso essere indagato nel caso abbia con me la pistola di ordinanza». Ma cosa vogliono i vigili, fare le multe anche fuori servizio e in tutta Italia? «Assolutamente no, non sono le multe che ci interessano ma le tutele.
Noi ci sentiamo poliziotti e non mezzi poliziotti e vogliamo essere messi in condizione di operare, abbiamo meno potere oggi di quando ci chiamavamo vigili urbani». E in tutto questo il premier cosa centra? «Ci aspettiamo - conclude Daniele Vincini - che mantenga le promesse fatte il 4 marzo 2008 e gliele vogliamo solo ricordare, ha molto da fare ma che non si dimentichi di noi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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