Aree Expo, troppi 75 milioni. La Fiera verso il no e Formigoni dà i sei giorni

Sempre più probabile che la zona in cui sorgeranno i padiglioni sia acquistata da Regione e Comune

Il prezzo è giusto, ma i soldi non ci sono. Nulla di fatto ancora per il destino delle aree di Rho-Pero dove dovranno sorgere i padiglioni dell’Expo. Ieri la proposta approvata dall’Agenzia del territorio interpellata da Comune, Regione, Provincia e società di gestione è stata sottoposta in una riunione a Palazzo Marino ai proprietari. Gruppo Cabassi e Fondazione Fiera a cui il contributo per lo sviluppo del sito e delle opere infrastrutturali è stato alzato dai 50 milioni di euro di cui s’era parlato in un primo tempo, a 75. O meglio, per la precisione, a 74: 67 milioni più la cessione gratuita di Cascina Triulza, valutata 7 milioni. In cambio la cessione alla società Expo di un milione di metri quadrati fino al 2015. Terreni da riprendere, a Expo conclusa, con la destinazione d’uso trasformata da agricola a edificabile.
Ufficialmente dai Cabassi e dalla Fiera una risposta definitiva non è ancora arrivata. Ma sembra che, mentre il gruppo immobiliare sarebbe intenzionato ad accettare la proposta, la Fiera non avrebbe le risorse necessarie a sobbarcarsi l’onere finanziario. Eventualità che porterebbe il commissario Letizia Moratti a rinunciare all’ipotesi del comodato d’uso gratuito. E a far ritornare in auge le vie più care al Pirellone. L’acquisto diretto dei terreni. Magari con una newCo, una nuova società a prevalente capitale pubblico (il 51 per cento), ma aperta anche ai privati. Forse gli stessi Cabassi e a Fondazione Fiera che possiedono rispettivamente 260mila e 520mila metri quadrati dell’area. E proprio perché la nuova proposta delle istituzioni locali è differente da quella pattuita mesi fa, Fondazione Fiera rimetterà ogni decisione ai propri organi collegiali e il consiglio generale chiamato a decidere sarà convocato tra lunedì e martedì. Con i Cabassi intenzionati ad attendere la risposta di Fiera.
Dovesse arrivare un no, «si studierà un’altra soluzione in cinque o sei giorni, entro il 18 aprile», la reazione del governatore Roberto Formigoni che già pensa alla convocazione di Milano al Bie. «I privati - ha aggiunto ieri - faranno le loro valutazioni. So che il presidente Cantoni ha convocato tutto il consiglio per prendere una decisione. I tavoli tecnici dei prossimi giorni servono a mettere a punto tutti i dettagli. L’operazione ha un valore immenso, per questo credo che i privati potranno valutare fino in fondo che il loro interesse legittimo è rispettato». Per questo, continua il presidente, «mi aspetto un sì da loro, mi auguro che ci possa essere un sì, perché il loro interesse è corrisposto fino in fondo». Preoccupazioni? «Al Bie arriveremo assolutamente con i terreni. Lo voglio dire a tutti i milanesi, l’impegno per realizzare Expo è assolutamente prioritario».

E sulla valutazione dell’Agenzia del territorio, Formigoni ricorda che «avevamo calcolato che il complesso delle spese è di 120 milioni ed era importante capire quale fosse la quota che i privati devono corrispondere». Insomma, adesso la parola spetta a Fiera e Cabassi. «Io - aggiunge il governatore - ovviamente spero ci dicano di sì. Se ci diranno di no bisognerà percorrere un’altra strada. A quel punto saranno i soci a valutare».

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