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Arese: «Non nascondiamoci dietro Howe e la maratona»

«Il movimento è in crisi. Dobbiamo puntare a ritornare nelle scuole». E nell’ultima giornata naufragano Gibilisco, Longo e la 4x100

nostro inviato a Goteborg

Dopo Baldini il diluvio, non solo atmosferico. Ieri l’Italia delle speranze si è sciolta sotto la pioggia. Giuseppe Gibilisco ha fatto un salto (5,50), anche bello e incoraggiante, poi si è imbizzarrito davanti all’ostacolo. Tre misure (5,65; 5,70; 5,75) per trovare il colpo da prestigiatore, ma si è sempre fermato all’imbucata: problemi di rincorsa e di approccio al salto. Un’altra chance buttata, gara vinta dall’israeliano Alex Averbukh con un modesto 5,70 al primo colpo sotto l’acqua. Andrea Longo è tornato quello di sempre: nel gruppo fino al rettilineo finale, scattino di 20 metri eppoi gli altri vanno e lui li guarda (7°). Bellissima la volata che ha chiuso gli 800 m. con l’olandese Som d’un soffio sul lussemburghese Fiegen. Staffetta 4x100 comica nel primo cambio fra Verdecchia e Anceschi. «Era il cambio sicuro, avendolo provato migliaia di volte e per anni», ha commentato scocciato il ct Silvaggi. Donati e Scuderi non hanno recuperato e la squadra da medaglia è finita 6ª, con un tempo (39"42) figlio della mediocrità. Inglesi, vincitori in 38"91, polacchi e francesi hanno dimostrato che il podio era a portata di mano.
A questo punto ha tirato le conclusioni Franco Arese, il presidente federale che ha occhio sveglio e fino. Coccole per Howe e Baldini. «Due veri campioni, io li chiamo i nostri ambasciatori. Senza dimenticare il bronzo della Rigaudo». Campanello d’allarme per il resto della compagnia. «Non possiamo dire di uscire dagli europei con un movimento esaltante. Rifletteremo su cosa vogliamo fare da grandi. Ci poniamo due obbiettivi: tornare con l’atletica nelle scuole. Ne siamo fuori da circa 20 anni. Non ce lo possiamo permettere, se vogliamo darci un futuro. Le istituzioni devono aiutarci. Lo meritiamo per quello che l’atletica rappresenta nel mondo». Il secondo obiettivo è più immediato: «Ci sono state occasioni buttate. Gibilisco in tutto l’anno è andato a corrente alternata. Impossibile credere ai miracoli. Paga andar bene tutta la stagione, com’è capitato alla Rigaudo. Valuteremo chi ha finito il suo ciclo, gli atleti su cui investire e quelli che, da qui alle Olimpiadi, possono darci qualche soddisfazione». Strada lunga e faticosa, almeno la metà degli 83 atleti portati a Goteborg poteva restare a casa. Arese puntava a una partecipazione più selezionata. «Ma va bene così. Ci è servito per vedere più chiaro nel futuro».

Per ora più nero che azzurro.

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