Aria d’Europa, i doriani unici tifosi a Monaco

Molti supporter blucerchiati hanno assistito al sorteggio che vedrà la Sampdoria contro il Vitória Il presidente Nunes: «Peggio di così...»

Aria d’Europa, i doriani unici tifosi a Monaco

(...) spicco, ha preso alcuni giovani francesi molto interessanti. Ma noi abbiamo una motivazione forte e sfrutteremo al massimo il ritorno a Genova». Il presidente del Vitória, Chumbita Nunes, dice che per lui la Sampdoria è la squadra più dura che poteva uscire dall’urna del sorteggio, ma che invece per l’allenatore Norton Matus «il Siviglia era molto peggio» e, comunque, «certo che speriamo di passare il turno. La speranza è l’ultima a morire». Lo dice e sorride, sornione, con quel passo dialettico di pianura che sa di lusitania, di vita lenta, di Pessoa e di Fado.
L’urna e l’Atlante e la storia e Marotta e Nunes dicono tutte queste cose. Ma, per raccontare il sorteggio di Coppa Uefa ieri a Montecarlo - il primo atto ufficiale dello storico ritorno in Europa dei blucerchiati - forse è meglio partire da un’altra immagine: da Alex, cane vestito con la bandiera dei Fedelissimi che attraversa fiero i giardini giapponesi di Montecarlo. Fra il laghetto e i vialetti si respira atmosfera zen, all’uscita si respira aria di gradinata Sud. All’ingresso del Grimaldi Forum, sede designata per il sorteggio, solo bandiere blucerchiate, dell’unica tifoseria che è venuta ad aspettare fin qua l’esito del sorteggio. Vessilli della Sampdoria come se piovesse e Maria, Lino, Lara e Daniele (in compagnia, per l’appunto, del cane Alex) arrivati apposta da Sestri Ponente «perché è in occasioni come queste che si vedono i tifosi veri. Perché è anche in questo modo che facciamo la battaglia contro il calcio moderno egemonizzato dalla Pay Tv. Perché noi c’eravamo anche l’anno scorso, perfino a Cagliari, perfino in Coppa Italia». La giostra della memoria blucerchiata corre «a Larissa, a Lisbona, a Jena. Noi c’eravamo allora e ci saremo sempre», la richiesta per il futuro è quella di «passare il primo turno e arrivare alla fase a gironi. Da lì, si può sognare». Sulla strada del sogno, c’è l’urna del Grimaldi Forum: scenografie da kolossal di fantascienza, viola e azzurri e verdi fosforescenti, coreografie kitsch oltre la modica quantità con capitelli dorici sulle finte colonne di cartapesta, puntualità svizzera. O, meglio, monegasca: alle 13 si deve iniziare e alle 13.00 entrano in scena le palline gialle. Funziona così: ci sono otto gruppi da dieci squadre ciascuno. In ogni gruppo cinque sono testa di serie - grazie alla loro storia passata o ai coefficienti di merito sportivo della loro nazione - e cinque no. Queste dieci squadre devono incontrarsi fra loro, con l’unica certezza del computer che esclude i derby fra squadre della stessa nazione: Palermo e Roma non potranno affrontare i blucerchiati. Si inizia e sfilano corazzate del calcio, dall’Everton all’Amburgo, la computergrafica è da Oscar per gli effetti speciali, finché appare la schermata dove c’è la Sampdoria, prima delle italiane a sfidare le urne. Buona notizia (peraltro già nota): è dal lato delle testa di serie, insieme agli olandesi del Feyenoord, agli svizzeri del Basilea, agli spagnoli del Siviglia e agli ucraini del Dnipro. Ma è l’altra colonna, quella di destra, che interessa: l’avversario uscirà dal quintetto che comprende i portoghesi del Vitória Fc, gli scozzesi dell’Hibernian, i romeni del Rapid Bucarest, e i tedeschi del Fsv Mainz 05 e i bosniaci del Siroki Brijeg. Esce proprio il Vitória e subito si corre all’Atlante calcistico: fra le iscritte al sorteggio, infatti, c’è anche il Vitória Sc e quindi resta da capire se bisogna preparare le valigie per Setubal o Guimaraes. È Setubal. E immediatamente parte la caccia ai giornalisti portoghesi, per saperne di più: «Chi è la stella del Setubal, il giocatore più famoso?». Loro, allargano le braccia sconsolati: «Stella? Quale stella?». Intanto Beppe Marotta spiega sincero che - fra le cinque squadre che potevano capitare - il Vitória è la peggiore, «ma meglio così, vuol dire che non la incontreremo poi nel girone».

Alex, intanto, fuori dal Grimaldi Forum abbaia festante. E i fedelissimi di Sestri sventolano le loro bandiere e organizzano la trasferta in Portogallo: «Partiamo il 15 mattina?». Nessun problema, tanto si gioca dopo le 22.

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