«Armani sbaglia: spesi 2 milioni contro i vandali»

«Stiamo già cercando una nuova sede per il monumento a Pertini»

Chiara Campo

«Un intervento allo Gino Bartali, col suo famoso “è tutto sbagliato, tutto da rifare”. Poteva evitarlo...». All’assessore comunale all’Arredo urbano e al Verde, Maurizio Cadeo, non sono piaciute le accuse lanciate Oltremanica da Giorgio Armani alla «sua» Milano, dipinta come il regno del degrado. Da Londra, dove ha inagurato la «London fashion Week», lo stilista ha puntato il dito contro l’amministrazione che «non sostituisce le panchine rotte», criticato il monumento a Pertini (proprio di fianco al suo megastore di via Manzoni) perché «fa schifo, nessuno lo pulisce e andrebbe messo in un luogo più consono», e nella sua invettiva non ha risparmiato i writers, contro i quali secondo lui una soluzione ci sarebbe: «Metterli tutti in galera».
Insomma, secondo Armani Londra è meravigliosa, Milano una città di serie B...
«Premetto che lo ritengo una grande eccellenza per l’Italia nel mondo della moda. Detto questo, da lui mi sarei aspettato delle critiche più costruttive. Ricordo che l’anno scorso agli Stati generali della moda il Comune lanciò un messaggio di collaborazione reciproca agli stilisti, ma da allora la risposta è stata uguale a zero. Se Armani aveva delle critiche da fare all’amministrazione, poteva venire dal sindaco e fare delle proposte costruttive per risolvere i problemi, invece di lanciare accuse attraverso i giornali».
Dunque, non è vero che il Comune non fa niente? Le panchine rotte vengono sostituite?
«I numeri parlano da soli, solo nel 2005 abbiamo speso 500mila euro per cambiare oltre 6mila panchine danneggiate, gli interventi contro gli atti vandalici ci sono costati 2,2 milioni di euro. Casomai, dobbiamo trovare un sistema per combattere quel mostro che è la burocrazia. Entro fine mese contiamo di costituire un nucleo di Pronto intervento all’interno di Amsa che renderà più svelta la sistemazione degli arredi che vengono rovinati dai vandali. Ma è ingiusto dire che non facciamo».
Capitolo writers: per fermarli non resta che metterli in carcere?
«Quando Armani dice che bisogna mandarli in galera 2 anni, va certamente incontro a un successo demagogico tra la gente, ma sa che è impraticabile. Dal punto di vista normativo non abbiamo poteri, ma auspichiamo sempre interventi efficaci. A giorni, invece, presenteremo un piano di interventi per la pulizia gratuita di tutti i palazzi della città, abbiamo già ripulito dai graffiti mille stabili e a fine mese inizieremo con la seconda tranche. L’operazione si chiama “I love Milano”, per la prima volta l’amministrazione ha avuto l’idea di dare il buon esempio ripulendo a proprie spese tutta la città, poi ci auguriamo che i milanesi lo seguano facendo un contratto con Amsa. Ma puntiamo anche sull’educazione».
In che modo?
«Mettendo a disposizione spazi dove i writers possono sfogare la propria arte, vogliamo sensibilizzarli a non sporcare i muri delle case. Per questo insieme all’assessore Vittorio Sgarbi stiamo mettendo a punto una serie di iniziative dedicate a loro».
Il monumento a Pertini invece va tolto davvero?
«Su questo Armani ha ragione, ma arriva per ultimo, visto che sia io che Sgarbi stiamo già cercando la strada perché possa avere una ricollocazione. A tutti piacerebbe usare una ruspa e spostare ciò che consideriamo un obbrobrio, ma bisogna utilizzare le vie istituzionali e su quelle ci stiamo muovendo per trasferirlo quanto prima.

Ribadisco, avrei trovato più elegante che uno stilista così importante avesse avuto l’eleganza di sedersi con noi attorno a un tavolo per darci un contributo positivo per risolvere i problemi di Milano. Ma rinnovo l’invito: lavoriamo insieme per il decoro della città».

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