Alessandro Ursic
Uno giura che non può essere stato trovato positivo, che è tutto falso. Laltro invece preferisce sistemare con un po di soldi una faccenda di doping che lo sfiora pericolosamente, purché non se ne parli più. Due storie diverse per Mariano Puerta e Lance Armstrong, ma in qualche maniera legate dallaccoppiata Équipe-Chatenay-Malabry. Dopo aver scritto due mesi fa che al Tour de France del 1999 nel sangue di Lance Armstrong cerano tracce di Epo, ieri il quotidiano dOltralpe ha rivelato un nuovo caso di presunta positività scoperto dal celebre laboratorio, questa volta nel tennis: Mariano Puerta, finalista del Roland Garros di questanno, avrebbe assunto etilefrina, uno stimolante, nel giorno della finale persa contro Rafael Nadal.
Con lombra del doping sui suoi sette Tour vinti dopo larticolo dellÉquipe, ieri Lance Armstrong avrebbe dovuto comparire alludienza preliminare presso il tribunale di Latina, nel procedimento che lo vede imputato di diffamazione per aver dato del bugiardo a Filippo Simeoni, il corridore di Sezze che nella storia del ciclismo ci è entrato prepotentemente per aver ammesso davanti a un giudice di aver fatto ricorso a sostanze dopanti, e che a somministrargliele fu Michele Ferrari, medico-preparatore di Lance Armstrong condannato in primo grado un anno fa. Dalle colonne del quotidiano francese Le Monde, nel 2003, Armstrong difese da par suo Ferrari e bollò come bugiardo Simeoni, il quale passò al contrattacco denunciando il signore del Tour.
Dopo aver vista respinta la richiesta di rinvio del processo, il legale di Armstrong ha fatto sapere via fax (neanche lui era in aula) dellintenzione di Armstrong di fare unofferta a Simeoni per chiudere la vicenda. Il giudice ha quindi aggiornato ludienza al 29 novembre. Qualora lofferta venisse accettata (e i legali di Simeoni si sono detti disponibili) la vicenda sarebbe chiusa, altrimenti per il corridore americano scatterebbe il rinvio a giudizio.
Sarà invece difficile sistemare la faccenda per largentino Mariano Puerta. Secondo LÉquipe sia le analisi sia le controanalisi del laboratorio Chatenay-Malabry attesterebbero la presenza nelle urine di Puerta delletilefrina, uno stimolante usato per i casi di ipotensione e il cui uso farebbe incorrere nella squalifica di un anno. Il problema, per Puerta, è che il tennista è già stato trovato positivo nel 2003 (e squalificato per nove mesi) ad un anabolizzante. E in caso di recidività, il regolamento antidoping prevede la squalifica a vita.
Dal torneo di Tokio, Puerta ha risposto negando tutto: «Non ho preso niente di proibito, dopo il caso del 2003 devo stare molto attento e non posso nemmeno bere unaranciata ha detto il 27enne argentino . Non cè niente di vero in questa storia, sono molto arrabbiato.
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