Arrestati 10 sfruttatori: facevano prostituire donne incinta e minori

Cosenza: centinaia le donne sfruttate. Tra loro anche minorenni e donne incinta, portate in Italia con l'inganno dalla Romania e costrette con la violenza a prostituirsi sulla strada. In manette dieci persone, tra italiani e romeni

Arrestati 10 sfruttatori: 
facevano prostituire 
donne incinta e minori

Cosenza - Centinaia di romene portate in Italia di nascosto e mandate sulle strade a prostituirsi. Sarebbero state centinaia le donne di nazionalità romena coinvolte nel giro di prostituzione gestito dall’organizzazione che è stata sgominata la scorsa notte dalla polizia con l’operazione Ursaru. Le romene, tra cui molte minorenni, venivano introdotte irregolarmente in Italia, con false promesse di lavoro o di matrimonio, e portate a Bologna, da dove venivano smistate in Calabria e in altre regioni per essere avviate alla prostituzione. L’attività dell’organizzazione andava avanti da alcuni anni e le donne fatte prostituire venivano cambiate ogni mese per evitare che si radicassero sul territorio.

Le violenze Dalle indagini è emerso anche il caso di una giovane costretta a prostituirsi malgrado fosse in stato di gravidanza e che, per cause in corso d’accertamento, ha perso il figlio. Le donne sfruttate dall’organizzazione sarebbero state sottoposte a violenze fisiche e pressioni psicologiche. L’indagine che ha portato all’emissione delle ordinanze di custodia cautelare si basa su una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali dalle quali è emersa la fitta rete di rapporti e complicità tra i componenti dell’organizzazione per lo sfruttamento nell’attività di prostituzione nella quale erano coinvolte decine di donne, molte delle quali romene.

Arresti Il personale del commissariato di Castrovillari, sotto le direttive del questore di Cosenza, Raffaele Salerno, ha eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di altrettanti presunti componenti dell’organizzazione, che avrebbe avuto la sua base logistica a Sibari, nella zona dell’alto Jonio cosentino.

Agli arrestati viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata all’induzione e allo sfruttamento della prostituzione. L’organizzazione che è stata sgominata avrebbe avuto diramazioni anche in Emilia Romagna.

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