Arrestato per doping la star del culturismo

Arrestato per doping la star del culturismo

È il più famoso dei culturisti italiani. Di più, è l’unico body builder nostrano a essere riconosciuto dalla Ifbb, la federazione che raggruppa gli atleti del settore. Ancora, è il professionista del muscolo con il bicipite più sviluppato del mondo, tanto da entrare nel guinnes dei primati. Daniele Seccarecci, però, è anche altro. È un ragazzo di 31 anni imbottito di anabolizzanti, e che secondo la procura ha assunto e commercializzato prodotti dopanti. Per questo, lo sportivo è stato arrestato nei giorni scorsi assieme ad altre quattro persone. E mandato ai domiciliari la scorsa settimana perché - dopo essersi gonfiato come un pallone e aver preso cinque chili di sola ritenzione idrica legata proprio alle sostanze assunte - in carcere non erano in grado di garantirgli una «terapia di compensazione». Quella, cioè, che gli avrebbe permesso di smaltire il cocktail di farmaci illegali di cui aveva fatto il pieno.
Seccarecci e soci, secondo le indagini condotte dai carabinieri dei Nas e coordinate dal pubblico ministero Nicola Balice, avrebbero importato illegalmente le sostanze dopanti comprate dall’estero, attraverso internet, oppure recupernadole sul mercato nero, con false ricette e rubando i dispensari. L’inchiesta è partita due anni fa, dopo il ricovero in ospedale di uno dei molti clienti che gravitavano attorno alle palestre dei uscoli gonfiati, un 32enne che a furia di pastiglie e iniezioni si era sentito male. Poi, intercettazioni, pedinamenti e sequestrai all’aerorporto di Linate _ dove è stato sequestrato un carico di farmaci illegali - hanno fatto il resto.
Il magistrato, il 4 ottobre dello sorso anno, aveva chiesto l’arresto in carcere per Seccarecci e per il titolare di una palestra di Salerno, Giuseppe Pellegrino, tuttora latitante. Le misure sono state firmate dal gip Gianfranco Criscione undici mesi dopo, e il 14 settembre sono finiti ai domiciliari il figlio di Pellegrino, Francesco, che lavorava con il padre in palestra; Giuseppe Conte, pure operante nel circolo di Pellegrino; e Annamaria Santoro, body buldier amatoriale. Disposto invece l’obbligo di firma per Gabriele Pinetti, body builder semiprofessionista indagato per il solo reato di ricettazione.
E dalla procura arriva un allarme. Spiegano infatti il pm Balice e il procuratore aggiunto Nicola Cerrato - a capo del dipartimento che si occpua anche di salute pubblica -, che quanto commesso da Seccarecci è pericoloso non solo per l’atleta, ma anche per i molti che intraprendono quella carriera. «Seccarecci - sottolinerano i magistrati - è un esempio per molti giovani, e da molti è considerato quasi un eroe». Il body builder si è costituito dopo aver preso parte a una gara internazionale a Las Vegas. Arrivato a Milano, e nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha fatto presente la necessità di sottoporsi alla terapia di compensazione per «scaricare» i farmaci dopanti che aveva assunto, chiedendo per questo una misura alternativa al carcere. Il pm aveva dato parere favorevole, ma il gip aveva rigettato l’istanza. Sono bastati sei giorni di carcere a far cambiare parere al giudice.

Perché, non potendo seguire le terapie adeguate, Seccarecci ha cominciato a gonfiarsi al ritmo di un chilo al giorno, mettendo a rischio la sua salute. «La dimostrazione - conclude Balice - degli effetti devastanti del doping».

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