Arrestato truffatore di anziani: condannato a 6 anni, era libero

Da una media di 50-60 colpi al mese dei primi anni 2000 ai 10 messi a segno dal primo febbraio al 18 marzo di quest’anno. Un brusco calo di truffe e furti in casa di anziani, dovuto all’incessante lavoro della squadra mobile che ha permesso di risolvere parecchi casi e operare diversi arresti, l’ultimo proprio l’altro giorno. E, si sa, la voce nell’ambiente gira, così molti balordi hanno cambiato aria, in cerca di città più «ospitali». Genova in particolare, come sospetta il capo della mobile Francesco Messina.
Certo per raggiungere questi risultati in questura hanno dovuto cambiare radicalmente il metodo investigativo, passando a lavori d’archivio, ricerche fotografiche, pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali. Praticamente lo stesso impegno usato con le batterie di rapinatori. Ma del resto il fenomeno stava assumendo contorni quanto meno allarmanti arrivando a punte, come detto, di 700 colpi all’anno. Con conseguenze che erano spesso drammatiche, basti pensare che in un’occasione un anziano, dopo essersi accorto del raggiro, si tolse la vita per la vergogna.
E l’impegno negli ultimi mesi ha dato risultati importanti, come testimoniano i numerosi arresti, ultimo in ordine di tempo quello di Luca Cagnardi, 40 anni, specializzato nel raggiro dell’idraulico. «Scusi signora sono stato mandato dall’amministratore dello stabile a controllare l’impianto. Vada in bagno ad aprire i rubinetti che io controllo le condotte». E quando il premuroso artigiano se ne andava, con lui sparivano anche soldi e gioielli. Come avrebbe fatto il 21 novembre in via Boni, ai danni di una signora del ’23 a cui avrebbe sottratto gioielli per 20mila euro, e tre giorni dopo in via Anguissola, vittima una pensionata del ’24. In quell’occasione sarebbe riuscito ad arraffare 400 euro, ma venne intercettato sulle scale dal custode che, nel parapiglia, ne recuperò 300.
Cagnardi, faccia da chierichetto, è un personaggio noto: nato a Pavia, risiede a Milano ma è stato rintracciato in un’abitazione di Trecate, in provincia di Novara. Già arrestato nel 2005, recentemente è stato condannato a sei anni. In primo grado però: subito rimesso in libertà, aveva proseguito imperterrito la sua attività. Ora interrotta fino alla prossima scarcerazione. Una certezza po’ frustrante per gli investigatori, che tuttavia possono consolarsi con la drastica riduzione degli episodi. Da una media di 50/60 al mese, ai 40 dell’ultimo quadrimestre 2007, ai 15 di gennaio fino al «record» di 10 dal primo gennaio al 18 marzo.
«Questi balordi si sono accorti che Milano non è più una città sicura per loro e adesso girano alla larga» spiega con una certa soddisfazione Francesco Messina, capo della squadra mobile, artefice di questo successo. Anche se questo non significa certo il loro ravvedimento. «Semplicemente - puntualizza il dirigente - si sono spostati in altre zone.

Trattandosi nella maggior parte di nomadi Sinti residenti nel Torinese, dirigeranno automaticamente le loro attenzioni in altre regioni vicini, come la Liguria. Infatti abbiamo già sentore di una recrudescenza di questi episodi a Genova». Già per fermarli definitivamente bisognerà tenerli in carcere, ma questo non compete alle forze dell’ordine.

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