Un arresto diventa una rivolta contro i militari

Aizzato dalla folla delle case popolari, si scaglia su un carabiniere per ucciderlo. Al grido di «ammazzalo, ammazzalo», un tunisino di 30 anni estrae un collo di bottiglia e colpisce prima alla gola, poi a un braccio, infine al basso ventre un appuntato intervenuto per difendere due anziani.
L’extracomunitario, senza fissa dimora, pregiudicato e sotto l’effetto di crack e cocaina, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio. È accaduto lunedì a Ostia. Sono le 20.30 quando la sala operativa del 112 viene allertata: «In via Adolfo Cozza uno straniero cerca di aprire una cassetta Acea», segnala una coppia al telefono. Siamo dietro l’ex colonia occupata Vittorio Emanuele III. Una zona calda. L’equipaggio del nucleo radiomobile la conosce bene e si precipita sul posto. Un carabiniere scende a parlare con i testimoni, l’altro resta in contatto radio con la centrale: il nordafricano sembra scomparso. La «Gazzella» perlustra il quartiere alla ricerca del sospetto. Svoltato l’angolo fra corso Duca di Genova e via della Paranzella s’imbatte nel tunisino. I militari lo bloccano e gli chiedono i documenti. È l’appuntato Roberto Di Cesare, 45 anni, 25 di servizio, ad avvicinarsi al giovane. Lui, per tutta risposta, estrae dalla tasca dei pantaloni il collo di una bottiglia e gli si scaglia contro. Un colpo dal basso verso l’alto sferrato con ferocia inaudita centra il militare in pieno volto. In pochi secondi si raduna un gruppo di curiosi.
Sanguinante, Di Cesare cerca di bloccare il malvivente senza estrarre l’arma per evitare di ferire i passanti. B.E.K. ne approfitta e lo colpisce una seconda volta a una mano. Il carabiniere si difende come può, mentre il collega corre in suo aiuto. Il tunisino gli sferra un altro colpo, un calcio ai testicoli, poi si gira di scatto e centra con il vetro tagliente Gianfranco S., 42 anni, anche lui appuntato. Il corpo a corpo si conclude con le manette che scattano ai polsi dell’aggressore. Dai palazzi dell’ex Iacp scendono altri pregiudicati armati di bastone per liberare l’arrestato. «Bastardi lasciatelo andare», urlano ai carabinieri feriti. Una bagarre che si conclude solo con l’arrivo dei rinforzi. Il carabiniere più anziano viene trasportato all’ospedale Grassi dove i medici gli applicano 16 punti di sutura al mento, sei a un braccio e gli riscontrano lesioni varie. Medicato anche il suo collega mentre lo straniero viene portato in carcere.

Da chiarire perché il tunisino, nonostante fosse stato più volte arrestato per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, non fosse in galera e, soprattutto, perché contro di lui non sia stato mai emesso un decreto di espulsione.

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