Politica

An: arresto subito per gli irregolari

L’iniziativa prevede anche la revoca del permesso a chi vende merce contraffatta

da Roma

Alleanza nazionale torna alla carica e ripropone l’introduzione del reato di ingresso clandestino. Ovvero la previsione dell’arresto per chiunque entri illegalmente nel nostro territorio, seguito dall’immediata espulsione.
A tre anni dall’approvazione della legge sull’immigrazione, voluta con forza dal leader della Lega Umberto Bossi e proprio dal presidente Gianfranco Fini, An ritiene sia necessario un ulteriore giro di vite per frenare l’afflusso dei clandestini. Un punto di vista condiviso da tutte le componenti del partito che sull’immigrazione resta compatto.
Non a caso il ddl che dovrebbe emendare la Bossi-Fini è stato presentato dal capogruppo di Montecitorio, Ignazio La Russa, dal vicepresidente Alessio Butti e dal responsabile di An per l’immigrazione, Giampaolo Landi di Chiavenna.
Per la verità An aveva già tentato di introdurre il reato di ingresso clandestino con la Bossi-Fini, «accontentandosi» poi del reato di permanenza in clandestinità che in sostanza permette l’arresto dei recidivi. Insieme a questa riproposta nel ddl si prevede l’istituzione di un centro di permanenza temporanea in ogni regione; la revoca del permesso di soggiorno per chi commercia made in Italy contraffatto; l’istituzione dell’anagrafe tributaria per i cittadini extracomunitari, in modo da controllare meglio i flussi finanziari diretti verso l’estero (calcolati in circa 20 miliardi di euro annui), e infine il contratto di apprendistato per gli immigrati fino ad un massimo di 12 mesi. Norme dunque che contemperano i due aspetti: il contrasto dell’immigrazione clandestina e l’integrazione piena degli stranieri regolari.
«La previsione del reato di immigrazione clandestina risponde alla recrudescenza di questo fenomeno negli ultimi anni - spiega Landi Di Chiavenna - Un maggiore impegno oggi appare necessario anche se accompagnato da una serie di regole che facilitino l’integrazione». La norma prevede l’arresto immediato per ingresso clandestino, il giudizio per via direttissima e la condanna da 1 a 4 anni da scontare nel Paese d’origine. Per tale motivo è prevista anche l’immediata espulsione. «In modo - osserva Landi Di Chiavenna - da non congestionare le carceri italiane».
Indispensabile poi aumentare il numero dei centri di permanenza temporanea. «Attualmente sono soltanto 15 con una capienza di 1.610 posti - dice La Russa -. Troppo pochi se si pensa che nell’ultimo anno l’azione di contrasto del governo ha portato ad un incremento del 27 per cento delle presenze in queste strutture».


Infine Landi Di Chiavenna annuncia la volontà di «smantellare i troppi campi nomadi dove spesso si nascondono le peggiori bande criminali».

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