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Arriva il decreto flussi, entrano 20mila immigrati in meno

Il governo accoglie in Italia 150mila lavoratori stranieri con un decreto flussi che, più di altri anni, darà priorità alle esigenze delle famiglie.
Il provvedimento firmato ieri dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi riduce di 20mila gli accessi consentiti per motivi di lavoro, ma ben 105.400 saranno dedicati a lavoratori e lavoratrici «domestici» o impegnati «nell’assistenza alla persona». Gli altri 44.600 sono extracomunitari provenienti da Paesi che hanno sottoscritto specifici accordi di cooperazione con l’Italia, ma sempre con un’attenzione per i «lavoratori domestici» oltre che «di altri settori produttivi». Rispetto a una prima previsione di 170mila ingressi, con un decreto fotocopia di quello varato l’anno scorso dal governo Prodi, è stata alla fine decisa una riduzione a 150mila.
Non è una sanatoria e nemmeno un’apertura delle porte a nuove iscrizioni: in questo decreto verranno prese in considerazione le domande di datori di lavoro arrivate agli sportelli unici per l’immigrazione entro il 31 maggio del 2008. Questo decreto quindi recupera una parte di domande per assunzione di extracomunitari pendenti dopo il decreto flussi del precedente governo. In quell’occasione erano stati 170mila i posti per nuovi stranieri, ma le domande avevano superato quota 750mila. L’attuale decreto smaltisce solo una minima parte della lista di attesa creatasi dopo il decreto flussi del governo Prodi. E pone paletti ai datori di lavoro stranieri: quando chi vuole assumere è un cittadino non comunitario, deve essere titolare di carta di soggiorno (regolare quindi in Italia da almeno cinque anni), o ne deve aver fatto richiesta entro ieri, e deve confermare entro «venti giorni a decorrere dal 15 dicembre 2008» la volontà di assumere lavoratori stranieri. Tra i datori di lavoro extracomunitari, verranno selezionati in particolare coloro «che dimostrano maggiore radicamento sul territorio nazionale» e che possono quindi offrire «le opportune garanzie di stabilità del rapporto di lavoro».
Nel decreto viene spiegato che la preferenza per l’ingresso di colf e badanti è stata decisa in base «all’elevato numero di richieste di assunzioni» rimaste «insoddisfatte» dopo il decreto flussi 2007, e perché questa massa di domande «esprime un fabbisogno socialmente rilevante, con particolare riferimento al settore dell’assistenza domiciliare, che si ritiene di dover soddisfare».
Si sottolinea anche il quadro generale «dell’attuale congiuntura economica» e l’«esigenza di dare riscontro in via prioritaria ai bisogni delle famiglie».
Tra i Paesi che hanno invece sottoscritto accordi con l’Italia, la nazione con più alti ingressi consentiti sarà l’Egitto (8mila posti), seguito dalla Moldavia (6.500) e dalle Filippine (5mila).
È un decreto flussi «sotto la soglia di buon senso», attacca il Pd con il vicepresidente dei deputati Gianclaudio Bressa. Dalla Coldiretti un commento di incoraggiamento: «È positivo il via libera al decreto flussi 2008 che consentirà di rispondere alle richieste di lavoro a tempo indeterminato rimaste inevase lo scorso anno».

Ma si chiede che presto il governo intervenga con il «via libera per i lavoratori stagionali, che rappresentano la forma di collaborazione più diffusa in agricoltura».

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