Arriva il decreto salva-bilancio

Il decreto «salvaRoma» che arriverà da Palazzo Chigi potrebbe anche disegnare un nuovo abito da supersindaco per Gianni Alemanno. Il nuovo primo cittadino della capitale non entra nel dettaglio e si limita a ribadire il suo ottimismo sull’intervento dell’esecutivo per tappare le falle nel bilancio del Campidoglio: «Dentro il disegno di legge collegato al decreto che rappresenta tutta la manovra di bilancio a livello statale - spiega - ci saranno norme importanti su Roma». Qualcosa in più del semplice «fondo di accompagnamento», che si aggirerà sul mezzo miliardo di euro e che dovrebbe consentire a Roma di uscire dall’emergenza, quando ancora la quantificazione del deficit - tra sette e nove miliardi di euro - non è stata accertata.
La novità, oltre alla possibilità di assegnare ad Alemanno la funzione di commissario in questa delicata fase, riguarderebbe invece il possibile arrivo di un nuovo quadro normativo per Roma capitale e città metropolitana, con l’assegnazione di poteri speciali al suo primo cittadino. Un modo per rendere strutturali gli aiuti di Palazzo Chigi al Campidoglio, con un’incognita: la Lega e le amministrazioni del Nord, Milano (che ospiterà l’Expo) su tutte, pronte a puntare i piedi e a sollevare obiezioni. Ma anche un’ipotesi che ha subito sollevato reazioni contrastanti, soprattutto sul fronte Pd. Il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, accoglie l’idea con prudenza, invitando a non «dimenticarsi» dell’hinterland. «Ho letto - commenta - della volontà del governo di sostenere il bilancio del Campidoglio e delegare all’amministrazione comunale poteri straordinari. Non ho nulla da obiettare: per anni ho difeso la valorizzazione della capitale. Attenzione però che nessuna delega escluda i 120 Comuni intorno a Roma». Più critico il consigliere provinciale Pino Battaglia, ex capogruppo del Pd in Campidoglio, che - dimenticandosi gli anni dell’Era Veltroni - parla di «poco comprensibili poteri speciali» e avverte: «Troverei molto grave se Alemanno, con la scusa degli allarmi, volesse carta bianca per esautorare dalle sue funzioni il consiglio comunale».
Se il Pd sorvola con disinvoltura sull’origine del deficit, il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini rispolvera il possibile ruolo di Veltroni nella vicenda. «Chiederemo al ministro dell’Economia - osserva - di riferire in Parlamento su una vicenda particolarmente importante perché coinvolge il governo, un’amministrazione del Pdl appena eletta e un comune fino a ieri guidato da Walter Veltroni».
Per ora, mentre l’assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso assicura che non ci saranno tagli «sui servizi necessari alle persone», non resta che attendere ulteriori ragguagli sulla reale situazione finanziaria delle casse comunali. La prima scadenza è vicina: lunedì è in calendario un incontro in Campidoglio tra Alemanno e le parti sociali, durante il quale il sindaco dovrebbe rendere note alcune delle cifre del deficit e fare un primo punto della situazione. E la settimana che si apre tra due giorni sarà decisiva anche per le trattative tra Comune ed esecutivo, che dovrebbero sfociare presto nel finanziamento «per decreto».

«Stiamo lavorando con grande attenzione insieme a tutto il governo», assicura Alemanno: «È una trattativa di grande profilo istituzionale, economico e sociale, e già nella prossima settimana è prevista l’approvazione del decreto legge in Consiglio dei ministri».

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