Arriva il docu-film su Malala,ragazza simbolo della lotta al fanatismo

A 15 anni, per le sue battaglie per il diritto allo studio in una provincia del Pakistan controllata dai talebani, subì un'aggressione armata. Sopravissuta miracolosamente è diventata la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace.

Malala Yousafzai
Malala Yousafzai

L'istruzione come principio di libertà e diritto inalienabile di ogni bambino, principio per cui vale la pena combattere a costo di pagare un prezzo pesante in prima persona. La testimonianza di una giovane musulmana capace di sfidare l'integralismo. La parabola di vita di una giovane donna diventata simbolo di tenacia e di reazione ai soprusi.

Malala è la ragazza che, a 11 anni, attraverso un blog curato per la BBC, raccontò il regime talebano nel distretto dello Swat in Pakistan contrario ai diritti civili per le donne e al diritto all'istruzione. Il 9 Ottobre 2012, tornando da scuola, venne colpita da alcuni uomini armati, saliti sul pullman dove lei era seduta. «Il simbolo degli infedeli e dell'oscenità», così fu definita da Ihsanullah Ihsan, portavoce dei talebani pakistani, rivendicando l'attentato. Eppure Malala è musulmana, appartenente al popolo afgano-pakistano Pashtun. Persino una conservatrice, si potrebbe dire; tanto da scegliere di continuare a indossare l'abito tradizionale, il shalwar kamiz, anche in Europa, dopo l'attentato, quando è ormai diventata un simbolo vivente.

Ricoverata nell'ospedale militare di Peshawar, è sopravvissuta all'attentato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. I suoi persecutori annunciarono, però, che, qualora sopravvissuta, sarebbe stata nuovamente oggetto di attentati. La ragazza è stata in seguito trasferita in un ospedale di Birmingham che si è offerto di curarla. Da quel momento la sua figura è diventata un simbolo conosciuto a livello mondiale. Il 12 luglio 2013, in occasione del suo sedicesimo compleanno, parla al Palazzo di Vetro a New York, indossando lo scialle appartenuto a Benazir Bhutto e lanciando un appassionato appello all'istruzione delle bambine e dei bambini di tutto il mondo. Il 10 ottobre 2013 viene insignita del Premio Sakharov per la libertà di pensiero. Il 10 ottobre 2014 è la volta del premio Nobel per la pace assieme all'attivista indiano Kailash Satyarthi, diventando con i suoi diciassette anni la più giovane vincitrice di un premio Nobel.

Ora la sua storia viene raccontata in un docu-film realizzato da David Guggenheim. Un racconto per immagini che grazie a un progetto avviato dal ministero dell'Istruzione, insieme a Sky, 20th Century Fox e National Geographic Channel, arriverà in tutte le classi e le scuole d'Italia. Nel documentario Malala, attraverso un ritratto intimo e personale, racconta la sua vita quotidiana oggi in Inghilterra, mostra con orgoglio i suoi compiti in classe, i voti presi a scuola. Spiega il suo passato nella valle dello Swat, in Pakistan, il rapporto profondo con suo padre, le sue battaglie per i diritti delle ragazze, ripercorre gli attimi drammatici dell'attentato. La sua vita ora è in Gran Bretagna, ma le piacerebbe tornare in Pakistan almeno una volta, ma «se tornassi mi ucciderebbero, lo hanno detto loro».

«Istruirsi è un diritto fondamentale come stare in salute, amare liberamente, viaggiare senza paura, fare una vita libera e cosciente» le parole del ministro Stefania Giannini. «Solo attraverso la scuola che vi accompagna fino all'età adulta avrete questo strumento, per sentirvi dentro la società e per avere un punto di vista autonomo. Non in tutto il mondo però questo discorso è condiviso o l'istruzione garantita». In occasione della première organizzata alla Camera dei Deputati alla vigilia del debutto nei cinema italiani del documentario «Malala», Andrea Zappia, Amministratore Delegato di Sky Italia - che trasmetterà il documentario dopo il passaggio nelle sale - spiega: «Attraverso la sua testimonianza, raccontata con rara intensità da questo documentario, ci avviciniamo a un mondo che noi, dalla posizione privilegiata che il destino ci ha donato, crediamo ormai lontano, convinti di esserci lasciati per sempre alle spalle secoli di barbarie e di oscurantismo.

Ma purtroppo è più che evidente che non sia così. Anche laddove i diritti fondamentali sembrano acquisiti in maniera definitiva non si è mai sufficientemente al sicuro. Per questo è fondamentale far conoscere storie come non solo portandolo nelle case degli italiani ma anche nelle scuole, "Malala" ha rafforzato in noi il senso di responsabilità, perché siamo profondamente convinti che chi ogni giorno entra nelle vite dei cittadini di oggi e di domani possa e debba fare molto per promuovere i valori che tengono unità una comunità e contribuire a creare piena consapevolezza di quanto sia importante preservarli».

Soprattutto dopo i drammatici fatti di Parigi della scorsa settimana - che hanno causato l'assassinio di tanti ragazzi colpiti in luoghi pubblici di cultura, svago e socialità - l'iniziativa rappresenta un'occasione per trasmettere a giovani spesso disattenti valori di libertà come il diritto all'istruzione, il migliore antidoto possibile contro l'avanzare del fanatismo.

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