Cultura e Spettacoli

Arriva il record store day

Per l'occasione escono centinaia di dischi in vinile, quasi tutti rarità, inediti, pezzi da collezione e (talvolta) gioielli da riscoprire. Tra gli italiani Battiato, Nannini e l'ultima canzone incisa da Freak Anton

Arriva il record store day

Però è un bendidio. D’accordo che il mercato discografico è in crisi, che dei dischi non importa più niente a nessuno (dicono), che lo streaming ormai vale oro. Però date un’occhiata al po’ po’ di inediti, rarità e gioiellini riscoperti e riconfezionati per il Record Day Store (domani in tutto il mondo, Italia compresa). C’è di tutto. E quasi tutto stampato in vinile, il simbolo di un’epoca che non vuole tramontare. Da Pennyroyal tea dei Nirvana, il singolo di In Utero che sul lato B portava I hate myself and want to die (Mi odio e voglio morire - ndr), la canzone che avrebbe dovuto dare il titolo all’album ma che fu inclusa soltanto nella compilation The Beavis and Butt-head Experience. Il singolo fu bloccato perché avrebbe dovuto uscire proprio nei giorni del suicidio di Kurt Cobain e la casa discografica, visto il titolo, volle evitare ulteriori speculazioni.

Insomma una rarità. Come lo è il primo singolo (sempre in vinile) degli Oasis, Supersonic. O i favolosi quattro long playing (che strano leggere ancora questo termine, vero?) dei Rem intitolati Unplugged: trentatre canzoni, dicesi 33, registrate nel corso dei due Mtv Unplugged della band nel 1991 e nel 2001, con undici brani in realtà inediti perché mai trasmessi in tv. Ma fossero solo questi. Anche i vinili di Ballbreaker e Stiff upper lip degli Ac/Dc (prime pubblicazioni ufficiali dopo la malattia che ha colpito Malcolm Young) o le registrazioni di Marc Bolan alla Bbc sono roba da intenditori appassionati. Poi American beauty di Bruce Springsteen, un EP 12 pollici dei Ramones (Meltdown with the Ramones), un ALice Cooper in doppio vinile bianco (Live at Montreux 2005), un Neil Young da intenditori (Official release series discs 5-8 in 4 Lp), David Bowie (un delizioso picture da sette pollici di Rock'n'roll suicide). Ma non è soltanto questione di nostalgia. Citando quasi a caso in una lista sterminata, anche l'atteso Demolicious di Green Day (disco doppio), il nuovissimo singolo di Flamings Lips con Miley Cyrus (la cover di Lucy in the sky with diamonds di Beatles) o Midnight dei Coldplay, 'Gardens heart' di Bat for lashes e Live at Silver Platters di Jake Bugg e il sette pollici di Wind your neck in (Lily Allen) escono in vinile per il Record Store Day, che sarà celebrato in tutta Italia come vinile comanda: appuntamenti particolari nei negozi di dischi, eventi, mostre da Milano a Roma e Palermo.

Una vendemmia di rarità quasi impensabile nel 2007 quando al commesso di un negozio americano, Chris Brown, venne l’idea di rendere omaggio a quei luoghi nei quali erano cresciute tre o quattro generazioni di rockettari: i negozi di dischi. Detto, fatto (da altri). Il Record Store è diventato un evento worldwide, ossia mondiale, con tanto di ambasciatori ufficiali: e quest’anno dopo, chessò, Ozzy Osbourne e Iggy Pop o Jack White, tocca a Chuck D di Public Enemy a conferma che il rap trova anche qui un’altra legittimazione ufficiale. Dopotutto Mario Buscemi, fondatore a Milano nel 1969 di uno dei negozi di dischi più famosi d’Italia, conferma che ci sono addirittura giovanissimi che si avvicinano incuriositi al vinile e ne rimangono affascinati. Per carità, si tratta di fasce marginali di mercato, ma in sensibile espansione anche grazie alla contrazione di vendita dei cd. Segno dei tempi. In fondo, il vinile è il paradiso dei dettagli, oltre che del suono caldo e lievemente imperfetto che ha fatto la fortuna del rock. Quasi sempre sulle copertine dei 33 giri entrati nella storia della musica leggera c’erano infiniti particolari da scoprire (Selling England by the pound dei Genesis ad esempio) o addirittura i contorni dell’epoca che si stava vivendo (ad esempio Sgt. Peppers di Beatles o Never mind the bollocks di Sex Pistols). E, badate bene, non è soltanto un’euforia straniera perché gli artisti italiani non si sono tirati indietro neppure questa volta (dai Litfiba con il raro Luna fino a Nannini, Vecchioni, Branduardi, CCCP con il singolo inedito su vinile Annarella o Battiato con Alice ne i Treni di Tozeur, oltre ai giovani Brunori Sas e Luci della Centrale Elettrica fino all’ultima registrazione di Freak Antoni degli Skiantos, con gli Altera in Par-Lamento in due mesi prima di morire). A dimostrazione che, nella brutale fugacità di tanto pop usa e getta, c’è musica che ancora sogna di restare nel tempo.

E, casomai, qualche volta ci riesce.

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