Arriva la «sagra del bambino bollito»

Diego Pistacchi

A pranzo, bambini bolliti. «Siamo comunisti. Berlusconi dice che i comunisti mangiavano bambini? E noi facciamo la prima sagra del bambino bollito». Andrea Botto firma per primo il manifesto del neonato Partito Comunista dei Lavoratori, quello che raccoglie i «traditi» da Bertinotti e compagni, quelli che «al governo con banchieri e industriali non ci vogliono andare». Ma sa anche che non di sola ideologia vive la politica. E con i compagni del Tigullio pensa a finanziare la nuova formazione. Il modello della cara, vecchia Festa dell’Unità è quello che funziona meglio, ma per non avere più niente a che fare con i Ds, la chiamano sagra. Scelgono Sussisa di Sori, dove c’è una Casa del Popolo, come base operativa per domenica. E scelgono anche il nome della sagra. «Guardi che il “bambino bollito” lo abbiamo deciso come simbolo per fare del sarcasmo sulla campagna di Berlusconi - ripete Botto, preoccupato che di non passare per “nostalgico” -.

Noi i bambini non li mangiavamo mica, anzi, il nuovo partito nasce soprattutto con una forte componente del gruppo di Marco Ferrando, cioè dei trozkisti, che erano avversari di Stalin e che sono stati perseguitati. Non vogliamo in alcun modo vantarci dei gulag e delle altre (...)

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