Arriva «Vittime» (ma non nei cinema) Il terrorismo visto dalla parte giusta

RomaVittime, il documentario di Giovanna Gagliardo presentato ieri nella sede della Direzione generale per il cinema del ministero dei Beni Culturali, riduce un vuoto, comunque incolmabile, dal punto di vista dei familiari delle vittime del terrorismo. Il vuoto è quello storico-cinematografico, che a parte gli episodici Guido Rossa che sfidò le Brigate rosse di Giuseppe Ferrara e, tangenzialmente, La seconda volta di Mimmo Calopresti, non aveva ancora saputo dare voce alle vittime degli anni di piombo. Ci pensa ora questa docu-fiction realizzata su iniziativa dell’Aiviter (Associazione italiana vittime del terrorismo), prodotta da Rai Cinema in collaborazione con Rai Teche e la Offside Film, e fortemente voluta dal ministro dei Beni culturali Sandro Bondi che l’ha finanziata con 300mila euro dopo le polemiche nate sull’onda della presentazione nell’estate del 2008 di un altro documentario, Il sol dell’avvenire di Gianfranco Pannone sulla nascita delle Brigate Rosse, definito a suo tempo addirittura «offensivo nei confronti delle vittime». Come se non bastasse c’è stato poi anche il caso del discusso La prima linea di Renato De Maria.
La presentazione ora di Vittime, che verrà proiettato domani al Piccolo Teatro di Milano in occasione della riapertura della sede storica di Via Rovello e a conclusione di una giornata interamente dedicata alla commemorazione della strage di Piazza Fontana, sembra proprio fare da contraltare ai due precedenti filmici. «In realtà - spiega Gaetano Blandini direttore uscente della Direzione generale per il cinema (è stato nominato direttore della Siae) - non si tratta d’una risposta polemica. Il documentario è nato nel corso di un’audizione straordinaria della commissione ministeriale che valutava il progetto di La prima linea quando le maggiori associazioni delle vittime del terrorismo chiesero in quella sede perché non venisse realizzato un film dal punto di vista delle vittime. Il produttore Occhipinti e lo sceneggiatore Petraglia risposero che avrebbero portato volentieri sul grande schermo il libro di Mario Calabresi Spingendo la notte più in là (comunque intervistato in Vittime), ma l’autore non aveva intenzione di cederne i diritti. Proposi allora a queste associazioni di farsi promotrici di progetti che avremmo preso in considerazione e proprio l’Aiviter, con il suo ricco archivio, si è fatta avanti».
Quasi naturale poi la scelta di affidare il documentario alla brava Giovanna Gagliardo che nel suo lavoro precedente, Bellissime, aveva già intervistato Gemma Calabresi, la vedova del commissario ucciso a Milano: «Un incontro - spiega la regista - che mi ha fatto riflettere su quanto poco ci siamo interrogati in passato sulle esistenze delle vittime del terrorismo e sui destini dei loro familiari. C’è stata una rimozione, ma quelle vicende, apparentemente personali, riguardano tutti noi, perché perdere un genitore o un proprio caro a causa del terrorismo è un fatto pubblico».
Vittime ripercorre a ritroso la recente storia italiana dalla parte delle vittime (12.770 gli episodi di violenza terroristica con 5390 feriti e 342 morti), dal 2003 quando venne ucciso dalle nuove Brigate rosse l’agente di polizia ferroviaria Petri al dicembre 1969 con la strage della Banca dell’Agricoltura di Milano.


Unico neo di tutta l’operazione è la diffusione limitata dell’opera che non si vedrà al cinema, né in dvd (ci sono immagini che non hanno i diritti di commercializzazione) ma sarà unicamente mostrata agli studenti delle scuole e delle università. In attesa d’un auspicato quanto ancora ipotetico passaggio su una rete Rai.

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