Milano - La prossima non sarà una generazione di individui responsabili e consapevoli, educati al rispetto del proprio corpo, armati di buona volontà nel volersi bene (guarda il grafico sulla medicina post-umana). Non ce ne sarà bisogno perché ci stanno pensando gli scienziati a modificare la caratteristiche dell’organismo per ridurre le possibilità di difetti ed errori. Dall’Inghilterra arriva la notizia che i ricercatori vogliono provare ad arricchire il latte per bambini con un ormone, la leptina, per evitare che diventino degli adulti obesi. Negli Stati Uniti sarà a breve messa in commercio una pillola anticoncezionale che elimina il ciclo mestruale.
La vita oggi può nascere in laboratorio, con la selezione dei caratteri dell’embrione e la sicurezza della sua salute. Al centro dell’interesse dei medici non sembra esserci più solo la cura della malattia, ma la possibilità di intervenire a monte, modificando la struttura o il metabolismo del corpo umano. «Sono esempi di medicalizzazione di quanto non c’è bisogno di medicalizzare», commenta Alberto Mantovani, celebre immunologo e direttore scientifico dell’istituto clinico Humanitas di Milano. Si tratta di esagerazioni, anche se lo scienziato italiano non nasconde che «c’è un’epidemia da eccesso di alimentazione, triste e vergognosa».
La pillola che permette di eliminare l’appuntamento mensile con le mestruazioni (può essere assunta per 365 giorni consecutivi), invece, avrebbe dovuto essere approvata già l’anno scorso, ma la Food and Drug Administration ha chiesto un supplemento di indagini. Ora, mentre a giorni dovrebbe arrivare il via libera all’immissione sul mercato, la casa farmaceutica è costretta a lanciare una massiccia campagna di persuasione per far accettare al pubblico femminile un mix di ormoni che potrebbe far dimenticare l’appuntamento mensile con il proprio corpo. Ma il gentil sesso sull’altra sponda dell’Atlantico non ci sta, non è una liberazione ma la rinuncia al simbolo stesso di fertilità, femminilità e salute. Nonché un metodo antigravidanza.
Ma gli ormoni possono fare di più e cambiare il nostro destino fin dagli albori. Gli scienziati inglesi, riportava ieri The Guardian, stanno lavorando su una formula che potrebbe modificare chimicamente il metabolismo dei bambini e garantire un futuro con fisico asciutto. Studi condotti nei topi hanno dimostrato che dosi massicce di leptina, l’ormone che controlla l’appetito, somministrate nell’infanzia prevengono l’obesità nell’età adulta e riducono il rischio di diabete di tipo 2. Anche in Italia si mangia troppo, specie tra i 6 e 17 anni. Stando all’ultimo rapporto del centro studi di Federalimentare il 20% dei giovani tra i 6 e i 13 anni è in sovrappeso e il 4% è obeso. Tra gli adulti il tasso di obesità nel nostro Paese è tra i migliori d’Europa: l’8,5% contro il 12,9% della Germania, il 13,1% della Spagna e il 23% del Regno Unito.
I ricercatori della Buckingham University avevano dimostrato già l’anno scorso che la leptina riduce l’appetito per tutta la vita e che, somministrata ai topi appena nati, ha prodotto una riduzione di peso permanente. Ora, nel lavoro pubblicato sulla rivista Chemistry and Industry, sperano che questo ormone possa giocare un ruolo nel regolare l’appetito a livello cerebrale già nell’infanzia. Mike Cawthorne, coordinatore dello studio, spiega: «Il latte “potenziato” è semplicemente un latte in cui è stato aggiunto qualcosa che in origine c’era già: il latte materno contiene leptina, mentre quello artificiale no».
Precedenti sperimentazioni nel trattamento dell’obesità con la leptina sono fallite perché le persone hanno continuato a mangiare troppo. E ci sono studi che dimostrano il collegamento tra la somministrazione di latte artificiale e l’obesità infantile. Anche se il latte «rinforzato» non arriverà sul mercato prima di dieci anni, sono forti le perplessità che la notizia ha già suscitato in Gran Bretagna. «L’idea che, aggiungendo qualcosa ad un alimento, si possa alterare in modo permanente lo sviluppo del cervello - precisa al Guardian Nick Finer, direttore della Wellcome clinical research facility di Cambridge - è eccitante e spaventosa insieme e richiede un nuovo approccio perché sperimentare questi trattamenti. Oppure si pensa di far partire le sperimentazioni cliniche sui bimbi appena nati?». «Si tratta di ormoni che regolano il metabolismo - conclude Mantovani - ma anche il sistema immunitario.
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