Propongono visite ed esami a prezzi ribassati, ma guai a chiamarle cliniche low cost. «Lo siamo - spiegano i medici - ma dicendo low cost sembra che la qualità delle cure sia scadente». I nuovi centri medici vogliono prendere le distanza dal vecchio tipo di sanità a basso costo, quella identificata con i dentisti farlocchi e gli odontoiatri di dubbia preparazione.
E rilanciano un nuovo tipo di ambulatorio: dove si risparmia, sì, ma si viene visitati da specialisti competenti. Sia i privati sia alcune cooperative hanno cominciato ad investire nel settore e, stando ai dati di Assolowcost, sembra che nei prossimi anni ci si debba aspettare un vero boom.
La formula sembra piacere ai milanesi che azzerano la lista dattesa per i controlli e compensano il salasso-ticket grazie agli esami con lo sconto: se in questi mesi il costo di ecografie e visite cardiologiche è aumentato in media del 30 per cento, ecco che nelle nuove cliniche di risparmia altrettanto o qualcosa di più.
Oggi in via Biondi, zona Sempione, aprirà un nuovo ambulatorio. Si chiama «Medici per tutti» ed è un progetto del centro medico ambrosiano. Propone un listino di visite più che dimezzato rispetto al solito: 26 euro per chi non supera i 23mila euro di reddito, 38 euro per chi non supera i 45mila euro allanno e 50 euro per tutti gli altri.
Ma non è lunico caso. Il più longevo è il centro SantAgostino, dove una visita specialistica costa 60 euro contro i 100 euro e più chiesti dal circuito ospedaliero. E poi cè il poliambulatorio di viale Jenner, che ha aperto da un paio di settimane e che è già carico di richieste: nasce da unidea di Welfare Italia Servizi tradotta in pratica dal sistema di cooperative legato a Caritas Ambrosiana. La visita specialistica costa 70 euro e lobiettivo è tutelare la salute del ceto medio schiacciato dalla crisi e, attraverso un meccanismo mutualistico, ampliare laccesso alle cure. In sostanza si cerca di fare in modo che nessuno rinunci a curarsi a causa delle difficoltà economiche. Lambulatorio in un certo senso fa concorrenza alla sanità privata ma va a braccetto con quella pubblica. Tanto che il centro Caritas ha stipulato alcune convenzioni con gli ospedali milanesi: li aiuterà a smaltire le visite nelle specialità più inflazionate. «Di fatto - spiega Giovanni Lucchini, tra i padri del progetto - gli ospedali ci mettono il personale medico e il centro ci mette spazi e strumentazioni. E ovviamente le visite costeranno di meno». Nella fattispecie, il centro di viale Jenner ha in ballo convenzioni con lospedale di Garbagnate per le visite ginecologiche, con il Sacco per la cardiologia e con il San Paolo per loculistica, uno dei settori perennemente in over booking. «Andiamo a coprire le carenze degli ospedali - aggiunge Lucchini - e stipuliamo convenzioni di volta in volta, in base alle esigenze».
Come può stare in piedi il sistema delle visite con lo sconto? «Semplice - spiegano i dirigenti -, abbassiamo i profitti. Ma non lesiniamo sulla qualità degli strumenti né dei materiali che utilizziamo, soprattutto per lodontoiatria». Il business della nuova sanità ha comunque un fatturato in crescita del 20-30% che a livello nazionale ammonta a 10 miliardi di euro.
In ambito di sanità e risparmio, a Milano stanno anche dilagando le offerte on line: pacchetti di visite specialistiche, di terapie e cure a meno del 50% rispetto al prezzo normale. Va bene tutto ma i medici diffidano: «Le visite non sono merce da mercato».
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