di Oscar Grazioli
È la prima volta nella storia della Repubblica che si richiede uninchiesta parlamentare su un argomento che riguarda i cani, o meglio i canili. Daltronde, è arrivato il momento di sfruttare anche questo strumento, visto che ogni sera ormai la meritevole «Striscia» ci porta nelle case, allora di cena, immagini drammatiche di canili lager, spesso gestiti da veri e propri criminali ben noti alle forze dellordine. Il business dei canili è per buona parte ormai in mano alla mafia e alla delinquenza organizzata e le cifre che ruotano attorno a questo affare, sono di tutto rispetto. Mafia e ndrangheta non si muovono per due lecca lecca. Le normative attuali e le sanzioni che ne conseguono evidentemente sono dei colabrodi, incapaci di fermare alla fonte il fenomeno del randagismo e, alla foce, il drammatico e lubrico interesse che le organizzazioni criminali dimostrano nei confronti di questi soldi (pubblici), relativamente facili da ottenere.
In attesa di sapere se andrà in porto il progetto dellonorevole Santanchè, guardato con molto interesse dallAssociazione dei veterinari titolari di struttura (Assovet) circa listituzione del Garante del benessere animale, la deputata Pdl Barbara Mannucci, appoggiata dalla collega Fiorella Ceccacci Rubino, ha proposto listituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno del randagismo nonché sulla gestione dei canili e dei servizi veterinari. «Onorevoli colleghi - inizia la perorazione della Mannucci - la necessità di istituire una Commissione parlamentare dinchiesta nasce dallesigenza di acquisire tutti gli elementi conoscitivi sullo stato di emergenza relativa al fenomeno del randagismo che il nostro Paese si trova a dover affrontare, oltre a quella di redigere una mappatura dei canili modello e dei canili cosiddetti lager presenti sul territorio nazionale e di accertare ladeguato svolgimento delle loro mansioni da parte dei servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali». Daltronde il Parlamento è tenuto a unattività di controllo che nasce dallesigenza di monitorare continuamente la corretta applicazione delle leggi in materia e il loro aggiornamento. La Commissione, se tutto andrà in porto, sarà composta da venti deputati nominati dal presidente della Camera.
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