«Mai note burrose!», si raccomandava Miles Davis ai suoi musicisti, esortandoli a non cadere nellovvio e a cercare sempre la sfida. Alletà di 73 anni, Renato Mambor, tra i protagonisti della cosiddetta Scuola di piazza del Popolo negli anni 60, fa sua la lezione del trombettista e realizza una nuova serie di opere ispirate al mondo della musica, che vanno a comporre linstallazione esposta allAuditorium Parco della Musica fino al primo dicembre. Nel percorso che ha portato alla realizzazione dellopera «Mai note burrose», un ruolo fondamentale lo ha giocato la fondazione Musica per Roma che da tempo commissiona opere darte e fornisce stimoli e spazi a grandi nomi dellarte contemporanea. Certo, gli spazi dellAuditorium non sono stati pensati propriamente per lesposizione o la conservazione di opere darte, «ma sono proprio questi punti deboli - secondo Anna Cestelli Guidi, responsabile Arti Visive - a fornire unopportunità su cui lavorare». Con ottimi risultati visto che, prima di Mambor, hanno già dedicato le proprie opere allAuditorium artisti del calibro di Carla Accardi, Pablo Echaurren e Luca Maria Patella. Ora Mambor espone questa sua ultima installazione «il cui titolo - spiega - vuole essere uno stimolo a non cadere mai nel convenzionale». Linstallazione si compone di pannelli realizzati ciascuno con una tecnica diversa e accomunati dalla presenza di elementi che richiamano gli strumenti musicali. Se oggi sono gli strumenti musicali i protagonisti, un tempo erano gli oggetti di uso quotidiano.
Passato e presente si fondono nelle intenzioni dellartista e di questa piccola mostra che affianca allinstallazione del 2009, ultima tappa della serie dei pannelli iniziata negli anni 60, una seconda installazione: Ombra immutabile del 2007, otto silhouette duomo e della sua ombra a grandezza naturale che si ricollegano agli Uomini statici dipinti negli anni 60, anche questi in mostra. «Unidea - ha spiegato Mambor - che mi ha permesso di riunire passato e presente in ununica mostra, perché nelle origini di un percorso è possibile leggere il futuro di un uomo».
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