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Cristiana Pedersoli, il mondo di Bud Spencer rinasce attraverso l’arte

Viaggio nella memoria dell’attore napoletano attraverso gli occhi di sua figlia con parole e sculture all’insegna della libertà

Cristiana Pedersoli
Cristiana Pedersoli
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Nel cuore di chi lo ha amato, Carlo Pedersoli – per tutti Bud Spencer – non è mai andato via. Quest’anno avrebbe compiuto 96 anni. Campione di nuoto, cuore napoletano e icona del cinema italiano, continua a vivere nell’affetto del pubblico e, soprattutto, nello sguardo di sua figlia, Cristiana Pedersoli, che attraverso scrittura e arte mantiene vivo un legame profondo e autentico.

Il volto meno noto di Bud Spencer: l’uomo curioso e innamorato della libertà

Nel suo libro e nelle sue opere emerge il volto meno noto di Bud Spencer: non solo l’attore dei film d’azione e della saga di Piedone lo sbirro - ancora oggi in onda sulle tv nazionali e locali -, ma l’uomo curioso, appassionato, innamorato della libertà.

«Amava tutto ciò che aveva le ruote - racconta Cristiana -, studiava ogni mezzo con entusiasmo quasi infantile, e a un certo punto importò perfino una roulotte Airstream da Miami per farne il suo ufficio personale. Non voleva un luogo fisso in cui lavorare: desiderava uno spazio che potesse partire, muoversi, respirare libertà. L’idea di trasformare anche la routine in viaggio lo rappresentava perfettamente».

L’arte di Cristiana Pedersoli come dialogo con la memoria

Quell’energia si riflette oggi nel percorso artistico della figlia di Bud Spencer. Le sue sculture non raccontano soltanto l’attore, ma l’uomo che era: la sua forza gentile, il suo umorismo, la sua vitalità contagiosa. Per Cristiana l’arte è diventata un dialogo con la memoria, un modo per dare forma a ciò che non si vede più ma continua a esistere. «Nel modellare quelle figure - spiega - rinasce ogni volta un frammento della sua storia familiare».

Ma il ricordo di Bud si intreccia anche con una storia contemporanea. Quando Cristiana Pedersoli ha incontrato Mattia Ferro, fondatore del progetto Luxury Camp (un format innovativo che collega la vacanza open air con l’alta hotellerie), ha avvertito una connessione immediata: anche lui aveva iniziato importando una roulotte Airstream da Miami, proprio come fece suo padre anni fa.

Un dettaglio che per lei ha assunto il valore di un segno. Non si trattava di semplice ospitalità, ma di una visione: creare un luogo capace di trasmettere emozione, libertà ed estetica. Per questo ha scelto di realizzare e collocare lì una sua scultura monumentale di Bud Spencer.

«Quel posto - racconta - è uno spazio in cui papà si sarebbe sentito a casa: tra natura, design, viaggio e curiosità. Ho sentito, inoltre, il bisogno di collocarla nei luoghi che lui portava nel cuore. Da qui è nato il desiderio di continuare questo viaggio, portando le mie opere nei posti che papà ha amato di più e tra le persone che gli hanno voluto bene. Una scultura si trova già al museo di Berlino. Ora sogno di collocarne un’altra all’aeroporto dell’Urbe a Roma, dove papà ha vissuto la sua grande passione per il volo. Per me è un modo per tenere viva la sua memoria… il suo viaggio e il mio amore per lui».

Bud Spencer: ironia, dettagli e aneddoti familiari

Bud Spencer, infatti, era un osservatore instancabile. «Aveva l’abitudine di notare tutto, annotare dettagli, farsi domande. A molti piaceva per la sua fisicità, ma chi lo conosceva bene lo amava per la sua ironia”.
C’è un aneddoto che lo descrive alla perfezione: «Un fan lo fermò dicendo: “Ma lei è Bud Spencer!”. E lui, sorridendo, rispose: No, ma me lo dicono tutti”. Non si è mai preso troppo sul serio, e proprio questo lo rendeva unico. Anche in famiglia la sua presenza era fatta di piccoli gesti. «Tornava tardi, magari dopo un set, ma prima di andare a dormire entrava sempre nella mia stanza. Mi svegliava appena e mi sussurrava: “Buonanotte, Cri Cri”. Un gesto semplice, ma diventato con il tempo un ricordo prezioso».

L’eredità di libertà: ciò che Cristiana vuole conservare di suo padre

Oggi Cristiana continua a raccontarlo attraverso l’arte. Non vuole che resti soltanto l’immagine dell’eroe da grande schermo, ma quella dell’uomo libero, curioso, capace di guardare la vita con occhi aperti. Se dovesse riassumere ciò che desidera conservare di lui, userebbe una sola parola: libertà.


La libertà di pensare, di muoversi, di ridere, di essere generosi senza effetti speciali.

Una memoria viva che continua a parlare al presente

Un’eredità fatta non solo di film, ma di gesti, di ricordi e di umanità. Così, con discrezione e forza, Cristiana Pedersoli continua a tenere vivo il mondo di Bud Spencer.

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