Arte

La "Crocifissione" di Masaccio esposta eccezionalmente a Milano

Un omaggio ai Fondi Oro di Crespi del Museo Diocesano, in occasione della Santa Pasqua, da ammirare fino a domenica 7 maggio

La "Crocifissione" di Masaccio esposta eccezionalmente a Milano

Milano continua ad essere al centro dell’arte e della cultura con i suoi musei, gallerie, interventi di arte pubblica e proposte di incredibile unicità e importanza. In questa settimana che precede la Santa Pasqua mette in mostra il capolavoro di Masaccio della “Crocifissione” nel Museo Diocesano Carlo Maria Martini, in Piazza Sant’Eustorgio, per la prima volta nella città meneghina. L’opera è visibile fino a domenica 7 maggio 2023, dal martedì alla domenica, ore 10/18.

L’opera raffigura la Madonna, San Giovanni e la Maddalena che piangono il Cristo Crocifisso, su fondo oro. Masaccio mette in evidenza nelle figure il profondo dolore umano, creando forti contrasti luce/ombra, la Madonna con il suo corpo massiccio e le mani serrate, Giovanni che si porta le mani al volto a voler rafforzare l’espressione addolorata, Maddalena che non mostra il viso, è inginocchiata, di schiena, penitente, alza le braccia e in questo gesto esprime tutta la sua angosciante tristezza. Il corpo del Cristo è al centro, abbandonato alla dolorosa e umana morte, la testa incassata nelle spalle suggerisce una reale prospettiva di visione dal basso, che ci fa partecipi del dolore e allo stesso tempo spettatori, una scena che ci catapulta nella cruda realtà, nonostante lo spazio astratto che lo sfondo oro crea.

La preziosa tavola faceva parte del polittico realizzato nel 1426 da Masaccio, commissionato del notaio ser Giuliano di Colino degli Scarsi da San Giusto per la sua cappella nella chiesa di Santa Maria del Carmine, a Pisa, cappella che venne poi demolita alla fine del Cinquecento e l’opera smantellata e smembrata. Di tutte le parti, solo alcune tavole sono conservate in istituzioni museali; la Crocifissione era di proprietà di un collezionista che nel 1899 ne propose la vendita al Museo nazionale di Napoli. Il museo la acquistò due anni dopo senza peraltro conoscerne l’autore, attribuendo la tavola ad un artista ignoto; nel 1906 un importante storico dell’arte l’attribuì a Masaccio riconoscendo nell’opera la grande maestria e la rivoluzione pittorica tipica dell’autore, pur su uno sfondo dorato ancora gotico, voluto dal committente.

Il riconoscimento è stato possibile anche grazie alle testimonianze di Giorgio Vasari che nelle Vite del 1568 scrisse: "Nella chiesa del Carmine di Pisa, in una tavola che è dentro a una cappella del tramezzo, è una Nostra Donna col Figliuolo, et a’ piedi sono alcuni angioletti che suonano, uno de’ quali sonando un liuto porge con attenzione l’orecchio all’armonia di quel suono; mettono in mezzo la Nostra Donna San Piero, San Giovanni Battista, San Giuliano e San Nicolò, figure tutte molto pronte e vivaci. Sotto, nella predella, sono di figure piccole storie della vita di quei santi e nel mezzo i tre Magi che offeriscono a Cristo; et in questa parte sono alcuni cavalli ritratti dal vivo, tanto belli che non si può meglio desiderare; e gli uomini della corte di que’ tre re sono vestiti di varii abiti che si usavano in quei tempi. E sopra, per finimento di detta tavola sono in più quadri molti santi intorno a un Crucifisso".

La Crocifissione, conservata a Napoli, al Museo e Real Bosco di Capodimonte, è stata data in prestito per questo periodo al Museo Diocesano. L’esposizione vuole essere un omaggio alla raccolta di opere su fondo oro che Alberto Crespi, giurista e collezionista, ha donato al Museo Diocesano nel 1999, 41 dipinti su fondo oro, del Trecento e Quattrocento soprattutto toscano e umbro, oggi esposti affianco a Masaccio.

La mostra è curata da Nadia Righi, direttore del Museo Diocesano di Milano e Alessandra Rullo, conservatore del dipartimento dipinti e sculture del XIII°, XIV° e XV° secolo del Museo e Real Bosco di Capodimonte. L’allestimento è curato dagli architetti Alessandro Colombo e Paola Garbuglio, compresa una installazione video che ricostruisce a grandezza naturale l’intero polittico, grazie anche alla descrizione che ne fece il Vasari e alla collaborazione dei vari musei del mondo che custodiscono undici pannelli. Un catalogo di Dario Cimorelli editore accompagna la mostra.

"È un'opera che davvero ci fa vedere un cambio di passo - spiega Righi ad Askanews - un linguaggio che cambia: iniziano l'umanesimo e il Rinascimento. E quest'opera nello specifico è di una potenza incredibile, per il significato, per il contenuto, per il fatto che Masaccio accetta la sfida di lavorare sul fondo oro, che naturalmente nella poetica tardo gotica aveva sempre avuto un significato legato al mistero e al divino, ma nello stesso tempo era anche la negazione della spazio, l'astratto. E invece diventa qualcosa di vero, di concreto, che il corpo sfonda". Aggiunge: “Masaccio lavora sul tema del dolore, in modo poetico, in modo fortissimo, in modo umano, ma che va anche oltre l'umano". Conclude: “E poi quella Maddalena! Quella Maddalena è potentissima, è una freccia indicatrice. Masaccio la aggiunge dopo, probabilmente per rendere ancora più forte la scena. Maddalena è in diagonale, sfonda lo spazio e urla. Noi non la vediamo, ma siamo certi che urla”.

Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai, detto Masaccio, nasce a San Giovanni Valdarno, in Toscana, vicino ad Arezzo, nel 1401 e muore a Roma nel 1428, a soli ventisette anni. In così pochi anni di vita ha operato una grande rivoluzione nella pittura del Quattrocento, introducendo uno stile ripulito dall’ornato, con figure dal forte chiaroscuro che le modella e le rende reali, umane nei gesti e nelle espressioni, tutte coinvolte nel racconto allo stesso modo.

Il Museo Diocesano ha sede nei chiostri di Sant’Eustorgio, recupero di un antico convento domenicano, in parte distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale; è stato inaugurato nel 2001 dal cardinale Carlo Maria Martini e dal 2017 prende anche il suo nome. Il museo conta quasi mille opere, dal II° al XXI° secolo, che derivano da lasciti, depositi e donazioni di un collezionismo arcivescovile e privato di arte moderna e contemporanea. Per citarne alcune, le Collezioni Marcenaro, Monti, Pozzobonelli, Visconti, Erba Odescalchi, Sozzani, Magnaghi, Crespi con i preziosi fondi oro.

Per l’occasione, nella sezione dei Fondi Oro Collezione Crespi del Museo Diocesano di Milano, apparati storico-artistici, si possono approfondire la storia della collezione e la tecnica del fondo oro.

Inoltre sono state programmate diverse aperture straordinarie nel mese di marzo e conferenze di approfondimento.

Stasera, alle ore 21, va in scena lo spettacolo teatrale "Maddalene-da Giotto a Bacon" di Giovanni Testori, un progetto di Valter Malosti con musiche di Carlo Boccadoro e Lamberto Curtoni al violoncello.

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