
La Galleria Poggiali accoglie uno dei protagonisti più raffinati e intellettualmente stimolanti della scena artistica internazionale: Philippe Decrauzat. Con una mostra che unisce rigore formale e vibrazione percettiva, sulla scia della grande tradizione dell’Arte Programmata, l’artista svizzero porta a Firenze un’indagine visiva profonda che attraversa l’astrazione geometrica, il cinema sperimentale e l’architettura del pensiero. L’esposizione intitolata Teatro Anatomico– ospitata negli eleganti spazi della galleria di via della Scala – segna una nuova tappa nel percorso coerente e coraggioso del gallerista Alessandro Poggiali, da anni punto di riferimento per chi cerca una proposta artistica aperta al contemporaneo, ma saldamente ancorata a una visione storica e curatoriale di alto profilo. Noto per il suo lavoro a cavallo tra optical art e minimalismo, Decrauzat non si limita a creare immagini, ma costruisce ambienti mentali. Le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni pubbliche in tutto il mondo, tra cui: Fondation Louis Vuitton (FLV), Parigi, Francia; Kunsthaus Zürich, Zurigo, Svizzera; Museo de Arte Contemporáneo de Buenos Aires (MACBA), Buenos Aires, Argentina; Museum of Modern Art (MoMA), New York City, NY, USA; Centre Pompidou, Bruxelles; Musée des beaux-arts di Losanna e Musée des beaux-arts di Rennes.
Le superfici delle sue tele sagomate, spesso dominate da bianco, nero e variazioni di grigio o rosso intenso, sembrano vibrare sotto gli occhi dello spettatore, generando una tensione percettiva che richiama la tradizione del cinema strutturale o della musica concreta. In questa mostra, curata con precisione chirurgica, l’artista presenta nuovi lavori pittorici accanto a installazioni che mettono in crisi i confini tra superficie e spazio, tra visione e pensiero. Ogni opera diventa una soglia, un’interferenza visiva che costringe l’osservatore a un dialogo attivo, immersivo, quasi ipnotico.
La scelta di Philippe Decrauzat si inserisce perfettamente nella visione ampia e dinamica di Alessandro Poggiali, che da tempo lavora sul doppio registro della valorizzazione storica e dell’apertura al linguaggio internazionale contemporaneo. Se da un lato la galleria ha recentemente dedicato una mostra di grande rilevanza a Karel Appel, uno dei fondatori del gruppo CoBrA e figura chiave del dopoguerra europeo, dall’altro continua a sostenere artisti contemporanei che ridefiniscono i confini dell’arte visiva. È proprio questa capacità di costruire ponti tra passato e presente, tra gestualità espressionista e razionalismo astratto, a rendere la Galleria Poggiali un luogo vivo e stimolante, in grado di attrarre sia il collezionismo più colto sia il pubblico curioso di nuove visioni. La mostra di Decrauzat conferma inoltre il ruolo crescente di Firenze nel sistema dell’arte contemporanea internazionale.
Seppure ancora percepita da molti come città “classica”, il capoluogo toscano sta progressivamente tornando a essere un laboratorio intellettuale e creativo, capace di ospitare voci radicali, sperimentali, come quella di Decrauzat. Anche grazie a figure come Alessandro Poggiali, Firenze si afferma non solo come custode del passato, ma come territorio fertile per l’arte che verrà.