
"Il caos e l'uomo, contemporanea tensione" è un titolo che ben si addice ai nostri tempi, in cui l'umanità sembra aver abdicato al suo giudizio in nome di una scalata al profitto che sta portando il pianeta alla distruzione. Ed è un titolo perfetto per uno scultore come Emanuele Giannelli che da sempre pone al centro della propria ricerca la dialettica tra natura e artificio, fra tecnologia e umanesimo.
Questa dialettica distopica trova piena modalità espressiva nella mostra inaugurata negli spazi della Fabbrica del Vapore dove Giannelli presenta un imponente corpus di opere, tra cui 18 sculture monumentali nel piazzale esterno e un ciclo di lavori di dimensioni più ridotte accompagnati da installazioni multimediali nella Sala Bianca. Cuore della poetica, si accennava, vuole essere l'ibridazione tra uomo e tecnologia: figure maschili scolpite con potenza statuaria, spesso con visiera da saldatore o elementi "tech", incarnano l'adattamento senza formula del soggetto contemporaneo. Un osservatorio distaccato, uno specchio capace di riflettere i paradossi, le tensioni e la "visionarietà" del vivere attuale. La Fabbrica del Vapore sembra particolarmente idonea a questa mostra immersiva. Il contesto scelto - un'ex opificio tranviario e ferroviario trasformato in hub culturale - rende il dialogo tra contenuto e forma ancora più potente: è l'antica "fabbrica" che diviene habitat per uomini-ibridi proiettati nel digitale. Il progetto curato dagli architetti Paolo Nava e Luca Arosio (studio Nava+Arosio) con il lighting design di Wave Light Studio/Germano Monguzzi, garantisce a opera diurna e notturna un impatto intenso e variabile. Tra le opere più emblematiche figurano "Mr. Arbitrium Mirrored", il doppio specchiato di un guerriero moderno, già noto da precedenti mostre, "The Watcher", simbolo di introspezione e sorveglianza interiore; "Totem Tooth", un molare gigantesco sovrastato da un uomo, riflessione sulle dimensioni dell'umano nell'Universo; e ancora "Kiribati", "Korf", "Sospesi", "Stati di allerta", "Monkey Tribù", "Dizzy", "Cacciatore di batteri": bestiario di visioni che sospende tra reale e virtuale, ciascuno con un forte valore simbolico.
La mostra di Milano rappresenta per Giannelli il punto di arrivo di un lungo percorso, costellato di installazioni di rilievo, come quelle di Pietrasanta, patria degli scultori: "The Watcher" e "Gravity" (campanile del Duomo), "Totemtooth" in piazza, oltre a Mr.Arbitrium Mirrored . A Firenze si ricordano invece "The Watcher" e due "Korf17", mentre altre opere site specific hanno avuto quale palcoscenico Siena, Forte dei Marmi, e anche Leopoli, in Ucraina.
L'eposizione milanese impone diverse riflessioni: le grandi figure umane, con i loro volti celati e posture tese, sospingono lo spettatore a riflettere sul proprio
habitat contemporaneo, tra caos industriale e nuovo umanesimo tecnologico. L'ambientazione industriale, il gioco di luci cambiante e i percorsi coinvolgenti trasformano la visita in un rituale introspettivo e stimolante.