La Natura misteriosa di Patricia Dinu

In mostra a La Spezia le immagini metafisiche della fotografa rumena prima residente d'artista del programma inaugurato al borgo ligure di Pignone

La Natura misteriosa di Patricia Dinu
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Anche in Italia, negli ultimi anni, si moltiplicano i casi che vedono fondazioni, associazioni, ed enti pubblici illuminati, istituire residenze d’artista , un format virtuoso che ha una lunga tradizione nei paesi anglosassoni e che prevede la concessione pro-tempore di studi e atelier in luoghi spesso immersi nella natura, oppure in borghi di antica tradizione storica. Proprio grazie ai fondi del bando Borghi del MIC , istituito con i finanziamenti del PNRR e da un’idea dall'associazione culturale Startè, il Comune ligure di Pignone in provincia di La Spezia ha questa primavera ospitato la prima di una serie di residenze d’artista dedicate ai nuovi talenti nei vari linguaggi artistici, dalla pittura alla fotografia ai nuovi media .

Al centro del progetto c’è ora Patricia Dinu, fotografa di origine rumena che da anni lavora tra l’Italia e gli Stati Uniti. Le sue opere incentrate sulla natura sono al centro di una mostra allo Spazio Starte’ di La Spezia intitolata “Da colore a colore“, e che vede le opere della Dinu in dialogo con i dipinti di Gino Bellani, scomparso nel 2003, alla cui memoria è dedicata la residenza d’artista di Pignone .

La mostra offre due sguardi differenti sulla natura, da sempre fonte di ispirazione per gli artisti, una natura offesa e bistrattata dall’azione dell’uomo, ma imprescindibile meta di riflessione e contemplazione. Ai paesaggi apparentemente bucolici di Bellani si contrappone la ricerca fotografica della Dinu. I suoi scatti metafisici sempre in bilico tra realtà e sogno, emozionano per l’aura di mistero creata l’artista attraverso il contrasto tra l’immagine naturalistica e una narrazione che sembra prefigurare scenari apocalittici.

L’artista, nelle sue vedute rupestri e marine realizzate sia con la tecnica analogica sia digitale e con delicati interventi cromatici, lascia che sia lo spettatore ad entrare nel racconto fiabesco in cui essa stessa spesso si mimetizza impercettibilmente.

L’esito è quello di un’iconografia fiabesca, quasi shakespeariana, che mette al centro le forze di una natura ancestrale in cui l’uomo appare solo come un granello di sabbia destinato ad essere inghiottito dalla spuma delle onde o a ritornare nelle viscere della madre Terra.

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