
S'intitola «Sliding» la mostra permanente che inaugura Cubo in Unipol Tower, nuovo museo che mette a disposizione i capolavori appartenenti al patrimonio del gruppo Unipol. Il nome non è stato scelto a caso: si tratta infatti di opere che slittano tra linguaggi e età diversi e che slitteranno anche nel tempo, sostituendosi una all'altra.
Ma il titolo rievoca anche la sezione «Slittamenti» della Biennale di Venezia nella quale espose Larry Rivers, autore di uno dei cinque lavori scelti per la mostra inaugurale, accanto a opere di Beverly Pepper, Quayola, Stefano Ronci e Fuse. Pur essendo molto diverse tra di loro, le opere hanno in comune l'essere, o essere state, innovative per i momenti in cui sono state realizzate.
Si va dagli anni Sessanta a oggi, con tecniche che spaziano dalla scultura in acciaio all'installazione al neon, dalla scansione 3D al collage su legno, fino all'installazione multimediale. «Unseen Flora» (2023) del gruppo artistico italiano Fuse accoglie il pubblico nello spazio espositivo: si tratta di un'installazione audio e video che rappresenta in modo nuovo piante, funghi e coralli tratti dalle illustrazioni visionarie di quattro scienziati e artisti britannici immaginari. Lo spazio centrale del percorso è occupato da «Features of Italy» (1961) di Larry Rivers, che era anche affermato jazzista e regista sperimentale. È di Beverly Pepper «Virgo, rectangle twist» (1967), una grande scultura con strutture riflettenti. La struttura in acciaio specchiato permette all'osservatore di divenire parte integrante dell'opera, creando quel dialogo tra scultura e ambiente che è alla base della poetica artistica di Pepper.
Quayola, media artist tra i più affermati al mondo, con «PP-T011.A12» (2016), parte del progetto «Pleasant Places», omaggio ai paesaggi provenzali di Van Gogh, per affrontare la natura viva con mezzi tecnologici avanzati. Prendendo il via dalle fotografie dei paesaggi che hanno ispirato gli Impressionisti, Quayola ne trae una mappatura 3D dalla quale cattura dei fotogrammi che sono stati poi stampati. Il risultato è strabiliante: sembra l'immagine di un albero spoglio, e invece avvicinandosi, il visitatore può notare come i rami, le foglie ed il fusto siano composti da linee geometriche asciutte, colori RGB (rosso verde e blu) su fondo nero.
Sulla geometria si fonda anche parte del lavoro di Stefano Ronci, che ha realizzato
un'opera esplicitamente per il museo, intitolata «DiecialCUBO» (2022): ispirata a una formula matematica, anche in questo caso l'uso di materiali specchianti attira chi guarda l'opera e spinge a entrare in relazione con essa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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