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"Solo Bea", viaggio pittorico nella memoria

Dopo le mostre italiane, si inaugura oggi a Motril la nuova personale dell'artista andaluso Josè Maria Bea: le sue opere astratte esaltano il colore in un racconto introspettivo

"Solo Bea", viaggio pittorico nella memoria
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Si inaugura oggi a Motril la mostra personale dell'artista Josè Maria Bea intitolata “Solo Bea: La mia Solitudine”, negli spazi della galleria International Art Gallery” della città granadina. L’esposizione offre al pubblico un ritratto intimo e autentico del pittore spagnolo, attraverso opere recenti e inedite che testimoniano la sua ricerca interiore. Colori, gestualità e materia si combinano per creare un linguaggio visivo profondamente emotivo, volto a esplorare memoria, identità e introspezione. José María Bea si è affermato negli ultimi anni come una voce originale nell’arte contemporanea andalusa. Il suo linguaggio si caratterizza per un’astrazione espressionista, in cui non la realtà visibile ma le emozioni — dolore, paura, speranza, rinascita — diventano materia per la tela. I colori assumono un valore simbolico: l’oro, riferimento alle radici barocche e alla tradizione; il blu, il mare che ha segnato la sua vita in Andalusia; il nero e il rosso, la sofferenza e la passione; il rosa e il bianco, fragilità ed essenza interiore. Ogni pennellata è un frammento autobiografico.

Temi ricorrenti nelle sue serie sono la memoria, i traumi, la malattia mentale, il lutto, la fragilità dell’animo umano: aspetti spesso evitati dall’arte o dalla società. Bea non si accontenta di una pittura estetica: per lui l’arte è “atto di resilienza”, mezzo per dare voce a ciò che spesso resta nascosto. In questo senso, “La mia Solitudine” sembra un momento di bilancio, ma anche di apertura: un invito a confrontarsi con le emozioni, spesso scomode, che definiscono l’identità umana. Nonostante le sue radici a Motril, Bea ha costruito una carriera che ha varcato i confini nazionali. Le sue opere sono state esposte in Spagna, ma anche in Stati Uniti, Messico, Dubai. Significativa anche la sua presenza in Italia: nell’estate 2024 ha soggiornato in Toscana — fra Pisa, Lucca e soprattutto Pietrasanta — dove ha realizzato del «live painting» e dove ha valutato l’organizzazione di una sua mostra personale. Prima di allora, già nel 2021 aveva ricevuto un riconoscimento a Milano, nell’ambito della mostra internazionale di arte contemporanea L’Arte Riaffiora, organizzata da Italian Art Gallery. In questo senso, il suo rapporto con l’Italia sembra fatto di reciprocità: da una parte Bea cerca ispirazione (paesaggi, luce, tradizione artistica), dall’altra l’Italia — con Milano, la Toscana, la sua scena artistica — offre al pittore spagnolo un palcoscenico ideale per farsi conoscere da un pubblico più ampio.

Josè Maria Bea

La mostra che si inaugura a Motril rappresenta non solo un’esposizione di opere, ma un rito simbolico, ovvero l’emersione di una dimensione profondamente personale e intima dell’artista, che per la prima volta mette davanti al pubblico un percorso riflessivo sulla

propria interiorità. Rappresenta inoltre l’evoluzione di un linguaggio visivo che, pur forte dell’esperienza internazionale, torna alle radici — Andalusia, mare, memoria — in un dialogo vero fra colore, materia ed emozione.

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