Artigiani Fatturato a picco (-7,8%)

CRISI Lo studio dell’istituto Tagliacarne evidenzia che a soffrire di più sono i settori costruzioni e servizi

È calato del 7,8 per cento il fatturato delle imprese artigianali del Lazio nei primi sei mesi del 2008. È quanto emerge dal rapporto congiunturale sull’artigianato promosso da Cna (Confederazione nazionale Artigiani) Lazio e dall’istituto Guglielmo Tagliacarne con il contributo dell’assessorato regionale alle Pmi e Unioncamere Lazio. L’indagine, svolta su un campione di 500 imprese, fotografa un calo maggiore nel settore delle costruzioni (-9 per cento) e di servizi (-8), minore in quello del commercio e delle riparazioni (-7,5) e del manufatturiero (-6,9). Il clima di difficoltà economica, inoltre, investe in misura maggiore le imprese artigianali più piccole (fino a cinque addetti) per cui il decremento del fatturato è pari al 13,8 per cento contro il -10,3 delle aziende con 6-9 addetti e il -5 per le imprese più grandi. A livello locale il rallentamento più intenso si è registrato nella provincia di Roma (-14,1 per cento), seguita da Frosinone (-11,7) e Rieti (-5,2). Tiene Viterbo (-0,6), mentre la provincia Pontina registra addirittura una crescita sia in termini tendenziali che congiunturali.
«Le preoccupazioni e le difficoltà delle imprese negli ultimi mesi sono aumentate. Per questo abbiamo chiesto misure urgenti e adeguate a sostegno delle piccole e medie imprese, per garantire loro la necessaria liquidità e l’accesso al credito». Così il presidente regionale della Cna, Antonio Zaganella, ha commentato il rapporto congiunturale sull’artigianato nel Lazio presentato questa mattina presso l’istituto Tagliacarne. «L’indagine è stata fatta nel mese di settembre - ha spiegato il direttore del Cna Lazio, Franco Cervini - un mese in cui non eravamo ancora nel vertice della crisi, ma c’erano le prime avvisaglie. Le nostre preoccupazioni ora sono ancora maggiori». A suo parere «il piano di interventi concordato con le associazioni imprenditoriali nel comitato straordinario per il credito alle Pmi, costituito dal presidente Marrazzo, è senza dubbio importante e va nella giusta direzione. Di fronte a una crisi epocale dobbiamo rilanciare la funzione del saper fare delle imprese artigiane, contro una finanza creativa che ci ha portato tanti disastri economici».
Ma la crisi non è uguale per tutti. Secondo l’istituto Tagliacarne, infatti, le imprenditrici «sono più competitive» e dimostrano di saper fronteggiare meglio la crisi economica dei colleghi uomini. Secondo l’indagine, infatti, su un 34,4 per cento di imprese che, nel Lazio, hanno registrato una flessione del giro d’affari il 36,4 per cento fa capo a uomini e il 28,9 a donne; al contrario a fronte dell’11,6 per cento di imprese in crescita, la maggior parte (il 17,5 per cento) hanno un titolare donna e solo il 9,8 un responsabile di sesso maschile. Le donne emergono anche come le più «competitive»: nel complesso, si legge nel rapporto «si reputano molto competitive il 47,4 per cento rispetto al 39,1 degli uomini».

Un dato questo che, secondo il direttore del Cna Lazio Franco Cervini è frutto sia di «un maggiore entusiasmo delle donne nell’intraprendere e nell’affrontare la crisi» sia di «tutta la normativa che ha favorito le imprese rosa».

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