Ancora una volta sceglie la strada dellironia Letizia Moratti per rispondere alla critiche che arrivano dalla Festa dellUnità. A lanciare lattacco era stata unaltra donna, Rosy Bindi, parlando della candidatura di Stefano Boeri «unesperienza significativa e autorevole di una società milanese così ricca ma anche così umiliata dal centro destra e dal sindaco Moratti in questi anni». «Rosi Bindi? Io non lho vista di frequente a Milano in questi anni» replica secca la Moratti appellandosi al sense of humor in cui si era rifugiata commentando a caldo louting dellarchitetto da Boston. «Immagino che ora sarà più difficile per la sinistra dire che non siamo capaci di scegliere dei buoni collaboratori» aveva detto alludendo alla carica di coordinatore del masterplan di Expo. In difesa della lady di ferro scende in campo il vicesindaco Riccardo De Corato, da trentanni a Palazzo Marino: «Stimo Boeri come architetto, ma fare il sindaco è un altro mestiere. Gli stessi militanti del Pd lo conoscono poco, se si escludono i salotti radical chic. Per fare il sindaco ci vogliono moltissimi voti e Letizia Moratti è la nostra candidata naturale. Il Pdl a Milano ha il 36%, la Lega il 14% - chiude - in politica i numeri contano e finché è così il sindaco a Milano lo esprime il Pdl».
Bando alle scaramucce, il sindaco ha scelto la strada del fare. La sua giornata inizia con la riunione della giunta alle 9, la prima dopo la pausa estiva. Alle 10,30 è alla messa in suffragio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dellagente di scorta Domenico Russo uccisi 28 anni fa a Palermo: «È il giusto tributo a un difensore delle istituzioni di grande levatura morale e rafforza ulteriormente la volontà di tutti a proseguire la sua battaglia contro la mafia e la criminalità organizzata». Uscita dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie il sindaco ne approfitta per controllare landamento dei lavori nella piazza, ma in cantiere non cè nessuno. «Volevo assicurarmi che si procedesse anche nella parte restrostante la basilica».
Dopo la cerimonia di deposizione della corone in piazza Diaz cè tempo per un caffè con il figlio del generale, Nando. Ancora due passi sotto i portici prima di rientrare in ufficio e uno scambio di battute con la gente per strada. Irresistibile anche per la lady di ferro il richiamo dei fiori, adocchiata una candida orchidea sui banchi dalla storica fiorista del Duomo, la regalerà alla sua segretaria. Ma il cuore di Donna Letizia si stringe davanti a un mendicante, a cui lascia con il sorriso sulle labbra una generosa carità. Sono finiti i tempi in cui girava senza portafoglio, come si addice a una vera regina.
Nel pomeriggio chiude il giro di consultazione degli assessori per stabilire priorità e progetti per la fine del mandato con il titolare alla Salute Gianpaolo Landi di Chiavenna e Alessandro Morelli al Turismo.
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