Marta Bravi
Guai a chiamarli writer! Loro sono artisti di strada, che è tutta unaltra cosa. Non fanno tag ma disegnano, non si appropriano degli spazi della città, ma mettono la loro arte al servizio della metropoli, non si riuniscono in crew ma operano singolarmente, non discriminano le donne che, anzi, sono protagoniste. È il popolo degli street artist o artisti di strada, che tutti i milanesi o quasi conoscono, più o meno volontariamente, più o meno consapevolmente.
A tutti è capitato di inciampare in un panettone a forma di pinguino, firmato Pao o di imbattersi, recentemente, nei dissuasori del traffico-delfini. E chi non ha visto i «lemeri», gli omini colorati di Linda, far capolino dalle stradine del Ticinese? E le poesie sulle saracinesche di Ivan, poeta di strada? Chi non si è fermato a leggerle? Ce ne sono a centinaia sparse per la città, alcune decorate con gli omini di Tv Boy, illustratore di strada.
Loro, gli street artist, sono i protagonisti del nuovo progetto di arredo urbano che sottoporranno insieme al consigliere comunale Milly Moratti allassessore Vittorio Sgarbi i primi di settembre. Cinque progetti-pilota per colorare e rendere più allegra questa grigia Milano e perché no, per dissuadere i giovani writer dal fare brutte tag sui muri.
«Lidea - racconta Ivan - ci è venuta quando lassessore allArredo urbano, Maurizio Cadeo, ha proposto di eliminare i panettoni dalle strade perché brutti e pericolosi. Perché allora non metterne alcuni nei parchi? I bambini sarebbero contenti di vedere dei pinguini spuntare dallerba. I panettoni storici di piazza Arcore, invece, sarebbe carino lasciarli proprio come uninstallazione. La nostra idea, insomma, è che si può partire da oggetti di arredo urbano, che esistono e che sono utili, e renderli più allegri. Unaltra idea - prosegue Ivan - è quella di dipingere le coste delle case come fece Keith Haring a Pisa. In questo caso si potrebbe dimostrare ai writer che, invece, di imbrattare i muri, potrebbero ambire a qualcosa di più, decorare le case per esempio. Se lamministrazione mette a disposizione degli spazi che non verrebbero comunque usati, come anche i muri ciechi degli edifici si rompe il circolo vizioso dei graffiti».
Su questa scia anche gli altri tre progetti che gli street artist presenteranno a Palazzo Marino. «Si tratta di progetti pilota, - spiega Ivan - vogliamo prima vedere e ascoltare le reazioni dei milanesi, poi lidea sarebbe sottoporli al vaglio della Giunta e far diventare uno di questi esperimenti realtà cittadina».
Il progetto non si conclude qui: è previsto anche una mostra al Pac, sempre in tema. Larredo urbano che diventa arredamento dinterni: come le sedie di Pao, che mangiano chi si siede.
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