Eleonora Barbieri
Le voci di corridoio a Buckingham Palace raccontano che la preferita di Elisabetta sia Dancing Queen, la canzone degli Abba che figurerebbe in cima alla playlist reale, la classifica (tutta personale) sulliPod di proprietà della regina. Un amore, anche fatto di note, non è mai scontato. Lintellettuale ascolta Britney Spears, la casalinga va pazza per la suite de Luccello di fuoco di Igor Stravinskij. E la regina dInghilterra può anche avere un debole per il pop svedese.
La passione musicale è il segreto del manager che si rotolava a Woodstock, del professore che amava i Sex Pistols, della vicina di casa che, mentre cucina, ascolta Bach e della signora trasgressiva che, ogni anno, fa labbonamento allopera. È il regno del non detto, perché è lui (o lei), quello che canta, a parlare per te. E, secondo uno studio realizzato dalluniversità di Leicester, non si tratta di una causalità. Ci sono caratteristiche che accomunano i patiti di un genere: nessun rapporto rigoroso di causa-effetto, ma una specie di sottofondo per cui la definizione di «pubblico eterogeneo», ripetuta quasi a ogni concerto, è unapparenza che si può scalfire.
La ricerca, condotta da Adrian North, esperto di psicologia della musica, ha analizzato le abitudini di 2.500 cittadini britannici, che hanno espresso la loro preferenza su un totale di 19 generi, dal rock al blues, dal jazz alla disco. «Abbiamo infranto alcuni stereotipi - racconta North - come limmagine di sinistra associata ai fan di rap e hip hop. In realtà, sono antiambientalisti e consumisti: sono contrari alle energie alternative e al welfare e non riciclano la spazzatura, al contrario dei patiti di musica classica». Per questi ultimi, poi, la fama di persone colte, serie e ben educate è scalfita da un tocco di indisciplina: alla guida sono i meno corretti e il 45% ha ricevuto multe dalla polizia, la percentuale più elevata. Fra Mozart e Rachmaninov, gli amanti del genere non disegnano neppure gli stupefacenti: «I seguaci della dance sono quelli che hanno sperimentato il più ampio numero di droghe - spiega North - ma, per quanto riguarda le singole percentuali, i fan di musica classica non si discostano dalla norma: il 25% di loro, ad esempio, ha fumato almeno una volta la cannabis». E poi cè il vizio segreto dei melomani. Concentrati sul libretto, pronti a criticare anche solo unidea di steccatura, così inflessibili da sorbirsi ore e ore in una lingua a volte incomprensibile, qualche volta cedono al fascino di Jim Morrison e delle sue esperienze nel deserto, e provano, come la leggenda dei Doors, i funghi allucinogeni. Una fase «alternativa» - specifica lindagine - attraversata dal 12% degli amanti dellopera.
Il cliché è più rispettato quando si tratta di relazioni amorose. Quelli con la vita sessuale più attiva sono, infatti, i patiti di hip hop e dance: rispettivamente, il 38% e il 29% ha avuto più di un partner negli ultimi cinque anni. Una media quasi nulla per il più casto dei telefilm, ma non per i morigerati del panorama musicale, i seguaci del country. Loro sono «conservatori in politica e nella vita»: soltanto l1,5% ha avuto più di una relazione nellultimo quinquennio, amano la routine, gli animali domestici e il giardinaggio. Pochi utilizzano internet e sono i classici bravi cittadini: riciclano con attenzione e, se perdi il portafoglio, puoi essere sicuro che te lo restituiranno.
Lo studio ha indagato anche le abitudini mediatiche (chi ama il rock segue il primo canale della Bbc e legge i quotidiani, i fan dei Beatles e del pop anni 60 non si perdono mai i pettegolezzi sui tabloid), alimentari (i patiti di jazz e musical sono i più buongustai, mentre i più salutisti sono i seguaci del soul), igieniche (i più puliti ascoltano il pop, i meno affezionati al sapone sono in prima fila allopera) e religiose (i meno credenti amano la disco music) e si è soffermato sugli aspetti finanziari e culturali: fra i più danarosi sono i patiti del soul, mentre i più istruiti adorano, oltre allopera, il blues e il jazz. I più pigri sono gli appassionati di dance che, però, viaggiano più di tutti.
La domanda, ora, per North, è se, dalle caratteristiche di ciascuno, si possa risalire alla sua musica preferita. Cercherà di rispondere con una nuova ricerca, basata su diecimila persone da tutto il mondo. Il questionario, che è on line (www.musicaltastetest.com), comprende 35 generi musicali, per cercare di «riempire» ogni spazio. Impossibile, ovviamente.
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