Asili sempre più multietnici. Quasi un bimbo iscritto su quattro quest’anno è straniero, 2.245 al nido e 5.109 alle scuole d’infanzia (per un totale di 7.354). La percentuale è salita in un anno dal 21 al 23,5%, e il boom riguarda soprattutto le materne, con 500 immigrati in più rispetto al 2008. «A riprova della nostra capacità di integrare gli stranieri» puntualizza l’assessore comunale alla Scuola, Mariolina Moioli. «Chiunque fa domanda avrà un posto, la nostra parola d’ordine è accogliere», insiste. E infatti, in classe troveranno posto anche i figli di clandestini, già 17 le domande accettate e una cinquantina i bimbi di genitori senza permesso di soggiorno che al momento sono in lista d’attesa. Almeno per quanto riguarda le materne. Nei nidi invece deve valere il criterio della residenza. «È vero, ci troviamo di fronte alle nuove normative del decreto sicurezza, studieremo i regolamenti e decideremo come comportarci visto che i Comuni devono rispettare la legge». Il decreto parla infatti di diritto allo studio nelle le scuole dell’obbligo, senza specificare il caso materna. Per ora, «dove non c’è lista d’attesa i bambini sono stati tutti accolti». Ancora mille in tutto, invece, i bimbi da sistemare ai nidi comunali, che riaprono domani, e l’assessore conferma che «entro fine anno tutti avranno il posto». Solo 76 gli alunni in lista d’attesa per le materne, al via da lunedì prossimo, e per allora sarà trovata la soluzione anche per loro. Saranno attivate inoltre 23 sezioni primavera, per 444 iscritti «sorvegliati» da 69 insegnanti.
Per il capitolo asili il Comune spenderà quest’anno 162 milioni di euro, 42 per il funzionamento delle strutture e 120 per gli stipendi del personale. Ad accogliere gli oltre 32mila bimbi ci saranno circa 3mila maestre. Nei giorni scorsi sono stati firmati 153 contratti a tempo determinato per nuovi educatori e Palazzo Marino ha già programmato di assoldarne 305 in più per far fronte a sostituzioni maternità e supplenze prolungate che si verificheranno nel corso dell’anno. Per la prima volta però, ha deciso che le titolari di sezione devono avere contratto a tempo indeterminato, per garantire continuità didattica ed educativa, e la scelta ha comportato lo spostamento di una sessantina di maestre part-time, accompagnato anche ieri dalla protesta della Cgil. «Abbiamo voluto ottimizzare le risorse per migliorare la qualità del servizio», si difende la Moioli.
Per quanto riguarda invece la spesa delle famiglie, la retta per i nidi varia a seconda del reddito ma quella massima è di 465 euro al mese e circa il 30% dei 9mila bimbi frequenterà gratuitamente. Per le materne, l’iscrizione è gratis e i genitori contribuiscono alla spesa per la mensa di 68 euro al mese, ma anche in questo caso il 30% non pagherà.
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