Asl, cambia un terzo dei direttori

Quarantaquattro i dirigenti scelti: il 19% è stato confermato Verifiche a metà mandato

Asl, cambia un terzo dei direttori

Resteranno in carica per tre anni i nuovi direttori generali della sanità nominati dalla Regione Lombardia. Una decisione che riduce il limite di cinque anni previsto con un preciso scopo: garantire maggior trasparenza e la massima correttezza istituzionale. Sono 44 i baroni della sanità che prenderanno la guida delle strutture lombarde. Tra loro molte new entry e qualche donna. Tanti i cambi di poltrona: Antonio Mobilia, da quasi dieci anni direttore generale dell’Asl di Milano diventa il numero uno dell’istituto San Carlo. Gerolamo Corno, dal 2003 dirigente della Sanità in Regione Lombardia, prende il comando dell’ospedale Fatebenefratelli. Confermate le nomine di Giuseppe De Leo al Besta e di Pietro Caltagirone al San Matteo di Pavia. Per il manager siciliano, una nota della Regione Lombardia puntualizza che «l’incarico appare perfettamente legittimo» e che «una sentenza con sospensione della pena non costituisce pregiudizio alla carica di direttore generale». Caltagirone era stato accusato di aver truccato un appalto quando era direttore generale dell’ospedale Niguarda. Per quanto riguarda i tre Irccs, in corner Stefano Zurrida dichiara di non poter accettare, per motivi personali, la designazione a direttore dell’Istituto dei Tumori. Pertanto la poltrona viene affidata ad Alberto Scanni.
Con la scadenza delle nomine fra tre anni, Formigoni lascerà carta bianca a chi verrà dopo di lui. L’incarico dei direttori infatti terminerà con il suo mandato. «Abbiamo messo in campo un criterio non frequente in questi tempi in tante altre istituzioni - spiega il presidente lombardo - a cominciare da quelle nazionali».
Scorrendo l’elenco dei nomi dei prescelti della sanità, emerge che un terzo dei direttori generali è nuovo, il 19 per cento sono stati sì confermati ma cambiano sede. Quattro sono donne, il doppio rispetto al giro precedente. Formigoni scongiura ogni sospetto di raccomandazioni e «inciuci» e precisa i criteri di selezione: «Le scelte - puntualizza - sono state fatte in base a tre criteri: il curriculum, il parere dei territori (sono state sentite le conferenze dei sindaci), le caratteristiche specifiche delle aziende da governare».
Il lavoro per le nomine in giunta è stato «sereno e veloce». La ratifica dell’elenco dei nuovi direttori in giunta è stata rapida e indolore. Sono bastati meno di venti minuti per l’ok definitivo.
«Rilevo - spiega Formigoni - che la vicenda delle nomine in altri tempi o in altre situazioni sono spesso state motivi di scontro e di strascichi polemici. Qui invece abbiamo confermato una tradizione di grande condivisione delle scelte, rafforzando i vincoli tra le forze della coalizione e il patto con i territori».
A detta dell'assessore lombardo alla Sanità, Luciano Bresciani, «ancora una volta la Lombardia è stata in grado di esprimere elevatissime professionalità scelte, tra le molte disponibili, per maggior convergenza professionale verso gli obiettivi del piano socio-sanitario».


«Oltre ai titoli - spiega l'assessore ai Servizi sociosanitari, Giancarlo Abelli - abbiamo tenuto conto e considerato attentamente anche il merito conquistato sul campo. Merito che sarà oggetto comunque di una verifica a metà mandato, tra 18 mesi».

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