Asl nel mirino dei pm e paralisi ambientalista

Dopo Nichi ancora Nichi. Il «poeta» della politica ha celebrato tronfiamente il bagno purificatore delle primarie riproponendosi come esempio di buon gestore della cosa pubblica. Eppure il «piccolo padre» Nichita Vendola, giusto per usare un’espressione sovietica a lui tanto cara, qualcosa la dimentica forse perché la poesia è aliena a certi ambiti.
Come quello sanitario. Nel 2005 la Puglia era l’unica Regione meridionale a vantare il pareggio di bilancio. In solo quattro anni Nichi ha creato dal nulla un buco di un miliardo. Un po’ con il suo populismo e un po’ perché gli amministratori non sono stati poi così rigorosi. Altrimenti la Procura di Bari non avrebbe concentrato i suoi interessi su Giampaolo Tarantini e il suo giro vorticoso di escort, «noleggiate» allo scopo di garantire piacevoli serate e cospicui contratti alla propria ditta di apparecchiature sanitarie. E che dire degli accreditamenti di strutture private operati dall’ex assessore e ora senatore Pd Alberto Tedesco? Nichi si è concesso il piacere dell’oblio ma senza sussulti baudelairiani.

Semplicemente perché la politica è così. La metrica vendoliana è così avvolgente che ormai quasi nessuno rammenta che la Puglia, regione tradizionalmente laboriosa e inventiva, è pressoché paralizzata dal furore ambientalista del governatore.

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