
Quello che segue è un elenco alfabetico e molto parziale di giornalisti, magistrati, comici e mezze figure che ora risultano silenti come una grotta della Georgia dopo aver amplificato per trent'anni la narrazione "Fininvest edificata con soldi della mafia tramite Dell'Utri" che è tesi che ormai annovera cinque archiviazioni, due assoluzioni e una Cassazione definitiva: nessuna prova, nessun legame, nessun reato.
ABBATE Lirio Giornalista mafiologo che con Peter Gomez ha firmato "I complici" (2007) in cui legava Dell'Utri e Fininvest a Cosa Nostra.
CALVI Fabrizio (1954-2021). Giornalista franco-italiano autore di "L'Europa dei padrini" (1993) che fu tra le prime opere a insinuare un collegamento finanziario tra mafia e Berlusconi, fonte primaria per i successivi dietrologi.
CAVALLI Giulio Scrittorino grillino che in "L'amico degli eroi" (2011) descrive Dell'Utri come "l'uomo che unisce Milano a Cosa Nostra". Citato come archetipo di infinite altre figurine come Ascanio Celestini, Pippo Fava, Marco Lillo, Paolo Biondani, Saverio Lodato, Attilio Bolzoni, Vauro Senesi, Giuseppe Lo Bianco, Sandra Amurri, Daniele Biacchessi, Enrico Bellavia, Carlo Lucarelli, sito Antimafia 2000, vari centri antimafia sovvenzionati e altra Antimafia d'apparato.
FORMIGLI Corrado Conduttore di Piazzapulita (La7) e grottesco imitatore di Michele Santoro. Ha fatto da risonanza alle tesi più fumose della "trattativa" presentandole per anni come inchieste proprie. Amplificatore professionale di sospetti allergico a ogni rettifica o presa d'atto delle sentenze definitive.
GIUFFRIDA Francesco Funzionario della Banca d'Italia e perito del pool di Palermo nel 1997. Nella sua consulenza sulle origini finanziarie di Fininvest lasciò irrisolte otto operazioni, alimentando la leggenda dei capitali mafiosi. Archiviato il procedimento nel 1999, la perizia divenne una bandiera mediatica. Citato da Fininvest per danni, Giuffrida accettò una transazione riconoscendo la parzialità del suo lavoro e che la selezione dei dati fu decisa "sotto il diretto coordinamento dei pm".
GOMEZ Peter Cofondatore del Fatto Quotidiano, coautore di "I complici" con Abbate e sostenitore in ogni sede possibile del nesso Dell'Utri-Berlusconi-mafia. Oggi volto della Rai meloniana.
GRILLO Beppe e M5S Comico e fondatore del Movimento che in particolare tra il 2007 e il 2013 diffonde la formula Berlusconi-Dell'Utri-mafia-uomini della mafia, contribuendo a sedimentarla nell'immaginario. Tramite senatori un po' passati, non hanno ancora smesso.
GUZZANTI Sabina Comica che col suo film "La trattativa" (2014) fa un manifesto della tesi Stato-mafia e della demonizzazione berlusconiana.
INGROIA Antonio Figura simbolo dell'antimafia giudiziaria poi sprofondato in politica. È stato tra i protagonisti delle indagini sulla Trattativa, pista poi maldestramente seguita da Antonino Di Matteo, altro simbolo (non è chiaro di cosa) oggi consigliere Csm. Altre toghe rapite dalle tesi sulle convergenze tra Cosa Nostra e politica, includendo Berlusconi e Dell'Utri: procuratori Roberto Tartaglia, Vittorio Teresi, Sergio Lari, Guido Lo Forte, Salvatore De Luca, Domenico Gozzo, Massimo Russo, Maria Forti.
LUTTAZZI Daniele Autore satirico che nei suoi show (su tutti Satyricon, in cui ospitò Marco Travaglio e il suo "Odore dei soldi") riduce a barzelletta il binomio Berlusconi-mafia aiutandolo a diventare un riflesso condizionato nazionale.
PALAZZOLO Salvo Cronista di Repubblica tra i più assidui nel racconto della "trattativa" che non ci fu con specializzazione Dell'Utri.
RANUCCI Sigfrido Conduttore di Report (Rai3) da non confondere con la gestione di Milena Gabanelli: dopo di lei Ranucci propose e ripropose e riciclò infiniti segmenti sulle presunte relazioni mafiose tra Fininvest, eccetera: anche dopo le assoluzioni. Dopo le proteste della famiglia Berlusconi, Ranucci si è difeso parlando di "libertà giornalistica".
RUOTOLO Sandro Screditato pesce pilota di Michele Santoro poi divenuto senatore. I suoi servizi televisivi hanno sempre sostenuto il succitato racconto e anche peggio. Nessuna revisione.
SANTORO Michele L'originale. Ha fatto da cassa di risonanza di tutte le possibili tesi su Berlusconi e Dell'Utri (da Samarcanda ad Annozero.) ma ha poi ammesso che "Berlusconi non c'entrava con le stragi" e che molte teorie erano "fandonie grottesche" (Il Tempo, 2024). Raro caso di parziale ravvedimento.
SCARPINATO Roberto Ex procuratore e oggi senatore M5S. Per una vita intera ha sostenuto che la Seconda Repubblica fu il prodotto delle trame più oscure (compreso il patto tra Berlusconi e mafiosi) e ancora insiste in Commissione antimafia.
TESCAROLI Luca Oggi procuratore a Prato, è stato tra i titolari delle indagini sui "mandanti occulti" delle stragi 1993-94 con costante sottofondo politico, sappiamo quale. In interviste, libri e atti giudiziari ha più volte alluso all'area berlusconiana. Nel 2024 ha anche pubblicato "Il biennio di sangue" in cui insiste.
TRAVAGLIO Marco Direttore del Fatto Quotidiano che con "L'odore dei soldi" (2001, con Elio Veltri) consacra la tesi che le fortune di Berlusconi abbiano radici mafiose. Fu ospitato da Daniele Luttazzi in Rai e da lì il decollo di una carriera in nome dell'antiberlusconismo giudiziario.
Di sentenze ferisce ma di sentenze non perisce, perché ogni volta sta già parlando d'altro.VIVIANO Francesco Navigato inviato di Repubblica naufragato pure lui sullo scoglio della trattativa e dei rapporti Berlusconi-Dell'Utri-mafia che non ci furono.