La Asl3 risparmia accorciando i tempi delle visite

(...) il rapporto medico e paziente, a causa del minor tempo per il colloquio, potrà portare a una insufficiente valutazione di situazione a rischio e anche ad una maggiore richiesta di accertamenti diagnostici strumentali, con aumento del disagio dei cittadini e incremento della spesa pubblica - dice lo specialista - basta pensare a quanti monitoraggi della pressione saranno richiesti, non avendo più il tempo di effettuarli durante le visite».
Le scelte della Asl3, che ha messo in pratica una direttiva voluta dalla Regione, sono fortemente contestate dai medici specialisti. Che hanno scritto una lettera alla Regione e alla Asl per spiegare le ragioni per le quali non condividono la decisione di ridurre i tempi per le visite. Sembra che la Regione governata dal centrosinistra voglia creare un tipo di sanità pubblica di serie B che penalizza chi non ha le risorse per sottoporsi a visite specialistiche private. «Ci avevano provato con gli oculisti e con gli ortopedici a ridurre i tempi di attesa delle visite - spiega Anna Rosa Bisio, presidente genovese del Sumai, sindacato degli specialisti ambulatoriali - ma la forte opposizione dei medici ha bloccato l’idea. Invece adesso sono passati ai cardiologi senza considerare le implicazioni negative della contrazione dei tempi, che sono a svantaggio dei pazienti».
Superfluo sottolineare che, riducendo il tempo a disposizione degli specialisti per la diagnosi, si alza il livello di rischio. Il medico non ha il tempo adeguato per valutare le singole situazioni, la visita non è un momento automatico, ma servono comprensione e valutazione appropriata in ogni caso.
Lo spiega bene Matteo Rosso, consigliere regionale Pdl, vicepresidente della commissione regionale Salute e sicurezza e medico a sua volta, che ha chiesto spiegazioni al presidente Claudio Burlando e all’assessore alla Salute Claudio Montaldo. «Non si può pensare di ridurre le liste di attesa aumentando il disagio a carico dei pazienti - dice Rosso - Soprattutto in Liguria si tratta di persone anziane che possono aver bisogno di più tempo per spogliarsi e rivestirsi e spesso lo specialista deve prestare loro più tempo e attenzione per raccogliere l’anamnesi personale».
Ma l’assessore regionale alla Sanità Montaldo sembra non volere ripensarci. E rilancia. «Il numero di visite che i cardiologi degli ambulatori devono mediamente svolgere in un’ora, in base al confronto con le società scientifiche e i cardiologi del sistema pubblico, è tre. In 20 minuti si possono svolgere tranquillamente un elettrocardiogramma e una visita e in caso di bisogno di ulteriori approfondimenti strumentali inviare il paziente alle strutture ospedaliere».

«Non c’è nessuna alterazione del rapporto medico-paziente - ha ribadito Montaldo - e ci sono tutte le condizioni per le valutazioni dei casi da parte dei medici, considerando oltretutto che non tutte le situazioni sono uguali e richiedono pertanto tempi diversi che vengono comunque pagati ai medici».
Gli specialisti, però, non ci stanno. «Non è così che va fatta funzionare la sanità», dice Anna Rosa Bisio. E i primi a rimetterci sono proprio i cittadini.

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