Aspettano il bus, in 11 falciati dal rom ubriaco

Strage sfiorata sul litorale romano. Sconvolto da alcol e droga, perde il controllo dell’auto e falcia undici persone alla fermata del bus. Poi finisce contro un cartellone pubblicitario. Come se niente fosse, Bruno Radosavljevic, nomade di 26 anni di origini bosniache, apre lo sportello della sua Bmw 320, scavalca i corpi di tre persone incastrate sotto la sua macchina e tenta una fuga impossibile. Rincorso e placcato da un passante, Massimo Brunetti, viene bloccato a terra fino all’arrivo dei vigili urbani. Sottoposto alla prova dell’etilometro e al narcotest, Radosavljevic risulta positivo sia agli oppiacei sia alla cocaina. Il suo tasso alcolemico, in più, è ben oltre i limiti di legge.
Radosavljevic per il momento è in stato di fermo per guida in stato di ebbrezza, lesioni aggravate e omissione di soccorso. Il pm Cardia chiederà oggi al gip la convalida dell’arresto. «Puzzava di alcol. L’ho protetto dalla gente infuriata che lo voleva linciare. Si è salvato solo perché qui, a Dragona, siamo persone civili», commenta Brunetti. Un bilancio pesante e che solo il caso non ha trasformato in tragedia: tre feriti in gravi condizioni trasportati al policlinico Gemelli, sei ricoverati per lesioni e fratture varie tra il Sant’Eugenio, il San Camillo e il Grassi di Ostia, due medicati e subito dimessi fra i quali un ragazzo di 14 anni.
Il disastro, alle 7,30 di ieri sulla via dei Romagnoli, all'altezza di via Francesco Donati alle porte di Acilia. Alla fermata dello 04 (linea che collega Ostia con l’entroterra) c’è un gruppo di pendolari e qualche studente.
In direzione Ostia una vecchia Bmw corre a velocità sostenuta sull’asfalto ancora bagnato. A un centinaio di metri accade l’imprevisto: secondo la versione del «pirata» un pedone attraversa la strada a poca distanza da lui. Cerca di schivarlo sterzando, Radosavljevic. Ma il volante, a quel punto, gli sfugge dalle mani. La berlina, scodando come impazzita, invade la carreggiata opposta, a quell’ora libera solo per miracolo, e piomba sui pedoni sotto la pensilina in attesa dell’autobus, fermandosi contro un palo.
La scena che segue è agghiacciante. «C'era chi urlava, chi chiedeva aiuto. Altri, immersi in un lago di sangue, immobili. Sembrava una strage dopo l’esplosione di una bomba». Andrea, 37 anni, è fra i primi ad accorrere sul posto e allertare i soccorsi. Mentre un’eliambulanza trasporta i feriti più gravi, gli uomini del 118 fanno la spola fra Ostia e le strutture più attrezzate della capitale. Secondo i primi rilievi dei vigili urbani nessuna traccia di frenata. «Difficile stabilirlo, visto che il fondo stradale è bagnato» spiegano gli agenti. Il testimone principale, Brunetti, afferma di aver sentito una sgommata tanto da voltarsi e assistere all’incidente. «Sul sedile della Bmw - racconta ancora Brunetti - c’era la busta di un supermercato piena di birre». Sempre nell’abitacolo gli inquirenti avrebbero trovato una pasticca, probabilmente ecstasy o metamfetamina, immediatamente portata in laboratorio per essere analizzata. Medicato per lesioni di poco conto, Radosavljevic è stato prima accompagnato negli uffici della polizia municipale, poi in questura.


L’uomo, nato a Torino nell’82, da sette anni vive con la sua famiglia (moglie e 4 figli) nel campo attrezzato di via Ortolani, sotto il viadotto della via del Mare, tra Ostia Antica e Acilia. In ospedale è arrivato anche il padre che ha tentato una difesa difficile: «Mio figlio è italiano, lavora e si è sempre comportato bene. Pregiudicato? Qui in Italia noi siamo tutti pregiudicati».

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