da Milano
«Una riunione domenica? Io la convocazione non lho ricevuta. Vedremo. Sarebbe inconsueto, ma a essere inconsueta è la situazione». Peter König è vice presidente del Consiglio di sorveglianza di HypoVereinsbank, affianca il numero uno Albrecht Schmidt e nellorganismo di governo strategico del gruppo è tra i rappresentanti dei dipendenti. Nella riunione straordinaria che le fonti ufficiose dei giorni scorsi fissavano in realtà per lunedì mattina sarà chiamato a esprimersi sulla fusione con la banca italiana.
Le nozze con Unicredit sembrano ormai sicure. Latteggiamento dei dipendenti della banca qual è?
«In questo momento, non cè dubbio, domina lincertezza. E mi sembra anche comprensibile. Unicredit è una realtà relativamente poco conosciuta da noi. Lei parla di nozze: diciamo che siamo la sposa ma non conosciamo lo sposo. Non è lideale»
Ma per il futuro di Hvb ci sono alternative allalleanza con gli italiani?
«Le alternative ci sarebbero. Potremmo rimanere indipendenti. Non è una strada che ci è preclusa. Ma non abbiamo riserve pregiudiziali contro eventuali alleanze internazionali. Certo, tutto dipende dal piano industriale che ci verrà presentato. Dai posti di lavoro che prevederà di creare, in Germania e nel resto dEuropa. Dal tipo di rapporto che si vuole creare con i clienti».
E nella riunione del Consiglio di sorveglianza che cosa pensa accadrà?
«Mi aspetto che il numero uno dellistituto Dieter Rampl venga e ci spieghi che cosa ha fatto, quale il contenuto delle trattative condotte fin qui e quali i suoi programmi per il futuro».
Secondo lopinione comune a essere contro le nozze sarebbe il presidente del Consiglio di sorveglianza, Schmidt.
«Non so, non credo che sia questa la sua posizione. Credo che non sia stata riferita correttamente».
Per Hvb si è anche parlato della possibilità di uno spezzatino. Commerzbank si è detta interessata alle attività tedesche, mentre Unicredit punterebbe soprattutto allEst europeo.
«Di banche interessate ce ne sono state tante, anche se poi non si è concretizzato nulla. Quanto a una separazione tra le diverse attività le posso dire una cosa: la combatteremmo con tutte le nostre forze. E spero proprio che la proposta che ci sentiremo fare non sia questa».
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