Assalto al portavalori con la motosega

Sono andati a colpo sicuro, certi di mettere le mani su un bottino rilevante. Hanno lavorato da veri professionisti, velocemente e senza sbavature. E in pochi minuti si sono portati a casa circa un milione di euro in contanti senza sparare neppure un colpo.
Erano in nove, ieri mattina, i banditi che hanno assaltato un furgone blindato davanti all’ufficio postale del Divino Amore, a poca distanza dal santuario, al chilometro 12 della via Ardeatina. Sono entrati in azione poco dopo le 7,30. Quattro persone hanno bloccato con due auto il portavalori della società Sipro, disarmando e immobilizzando le due guardie giurate che stavano depositando denaro all’interno del Postamat (un altro collega era alla guida del mezzo). I rapinatori avevano il volto coperto ed erano armati di pistole e mitragliette, forse anche di kalashnikov. I vigilantes non hanno avuto il tempo di reagire: «Hanno agito con velocità e professionalità», hanno raccontato più tardi agli inquirenti.
Dopo aver bloccato le guardie giurate i rapinatori hanno aperto con un frullino a disco diamantato il portellone del portavalori e hanno preso i sacchi di denaro. Per fuggire il commando ha usato tre diversi mezzi, che sono stati poi ritrovati a poca distanza dal luogo dell’assalto completamente distrutti dalle fiamme. In tutta la zona le forze dell’ordine hanno avviato immediatamente una battuta per individuare i malviventi, anche grazie all’ausilio di un elicottero dell’Arma che ha perlustrato l’area dall’alto. Indagano i carabinieri delle compagnie di Pomezia e dell’Eur, assieme ai militari del nucleo radiomobile di Roma. Nel pomeriggio i carabinieri hanno cominciato ad ascoltare i primi testimoni.
Una rapina «chirurgica», veloce, e senza momenti di esitazione, ha sottolineato un investigatore. Il banditi, che secondo una prima ricostruzione avevano tutti il volto coperto da un passamontagna, hanno scambiato poche parole, tutte con accento romano. Gli inquirenti sono certi che i rapinatori siano andati a colpire il portavalori sicuri dell’ingente somma che avrebbero trovato.
Le attenzioni dei carabinieri sono ora concentrate su un fuoristrada usato dal commando e ritrovato nella zona di Pomezia. I malviventi sono arrivati in via Ardeatina complessivamente con tre mezzi: oltre al fuoristrada, sul quale ora sono al lavoro i militari del reparto scientifico alla ricerca di eventuali impronte, una Fiat Panda e un furgone Fiat Ducato, abbandonai sull’Ardeatina, uno in direzione della capitale, l’altro in direzione opposta. Tutti e tre i mezzi risultavano rubati.
«Una rapina preparata nei minimi dettagli, una banda ben organizzata che sapeva come e quando colpire, considerando anche che il denaro viene depositato nell’ufficio postale in giorni sempre diversi», spiegano gli inquirenti. Tutte le ipotesi vengono vagliate. Gli investigatori non escludono che il commando abbia seguito per alcuni giorni il portavalori e i vigilantes per studiare le loro mosse così come non si esclude la presenza di un basista che abbia suggerito ai rapinatori il momento opportuno per colpire.
«Sapevano bene che questa mattina (ieri mattina, ndr) il portavalori sarebbe stato pieno di soldi», proseguono gli inquirenti.

Dopo aver bloccato e disarmato i vigilantes, i rapinatori hanno squarciato la lamiera del furgone e hanno preso il denaro. Nel furgone era custodito l’intero carico di sovvenzioni degli uffici postali e delle banche della zona, circa un milione di euro, anche se la cifra esatta deve ancora essere stabilita.

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