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Assassina ed ex attrice di film porno: ora è l’idolo dei telespettatori tedeschi

Ingrid van Bergen, 77 anni, ha sbaragliato i concorrenti nella versione locale dell’Isola dei famosi. Trent’anni fa uccise a colpi di pistola l’amante che la tradiva

Assassina ed ex attrice di film porno:   
ora è l’idolo dei telespettatori tedeschi

Berlino - Anche la Germania ha la sua Luxuria. Si chiama Ingrid van Bergen, è un'ex attrice di 77 anni, ha alle sue spalle un passato a dir poco tormentato e dopo sei settimane di sofferenze inaudite è stata eletta a furor di popolo "Regina della giungla". Regina perché questo è il titolo che spetta al personaggio uscito vincitore dal reality show più seguito della televisione tedesca: "Hol mich raus, ich bin ein Star" (Tirami fuori, sono una Star). Della giungla perché il reality show, in onda sulla Zdf, il secondo canale della televisione pubblica, si svolge in un luogo infernale, la boscaglia australiana, a paragone del quale le spiagge caraibiche dell’Isola dei famosi sono un albergo a cinque stelle.

I concorrenti del reality show tedesco sono infatti costretti a vivere per alcune settimane tra insetti, lucertoloni, scarafaggi, serpenti velenosi, locuste orripilanti e in più sotto una pioggia che si fa sentire ogni notte. Chi affronta meglio le torture, ha buone possibilità di rimanere in gara. Ma per conquistare la corona non basta: deve anche essere un personaggio con una storia che fa breccia nel cuore dei telespettatori come è avvenuto per Ingrid van Bergen la cui vittoria, come nel caso di Luxuria, ha scatenato un'ondata di polemiche spaccando l'opinione pubblica tra chi batte le mani e chi è indignato.

Le somiglianze tra la vincitrice italiana e quella tedesca si fermano però qui. Troppo diverse sono le loro biografie e quindi le polemiche che hanno suscitato. A differenza di Luxuria la van Bergen non ha problemi di identità e non si occupa di politica. Negli anni Sessanta è stata un'attrice di successo specializzata in ruoli brillanti. Ma poi avvenne un fatto che cambiò la sua vita trasformandola in un personaggio da cronaca nera. Nel ’77, durante una lite nella sua villa, uccise a colpi di pistola il suo amante colpevole di tradirla. Lei aveva 45 anni, lui 38 e certamente la differenza di età deve averle reso i tradimenti di lui ancora più insopportabili.

Fu condannata a sette anni di prigione, uscì dopo cinque ma come attrice trovò tutte le porte chiuse e per tirare avanti fu costretta a lavorare come doppiatrice di filmetti porno. Anche nel mondo ipertrasgressivo a luci rosse, la sua immagine non doveva apparire, al massimo la voce. Durante i giorni nella giungla, nonostante l'età avanzata, è stata la più coraggiosa nell'affrontare insetti e serpenti. Ma ciò che deve aver colpito la teleplatea che vota è stato il racconto della sua storia, dell'annebbiamento che produce la gelosia, degli sforzi per sopravvivere. Soprattutto sulle telespettatrici deve aver fatto colpo una sua frase: «Avrei voluto essere giudicata da un tribunale di sole donne».

Alcuni giornali, sia di destra che di sinistra, sono furenti. «È stata premiata un'assassina». Per Die Zeit, in prima linea nella battaglia contro i reality show che «vendono morbosità in cambio di audience», è stato superato ogni limite. Ma non tutti sono d'accordo. E c'è chi plaude all'idea di premiare chi, dopo un errore, lotta per ricostruirsi una vita.

Da vari giorni la Regina della giungla è al centro di editoriali e talkshow.

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