Politica

Assedio a Notting Hill: presi gli uomini bomba

Tra le persone sotto interrogatorio potrebbe esserci il quinto attentatore. In manette anche due donne

Lorenzo Amuso

da Londra

«Oggi è il giorno più bello dal 21 luglio», così Ian Blair, capo di Scotland Yard, ha definito l'imponente operazione antiterrorismo che ieri a Londra ha portato all'arresto di cinque persone, due delle quali sarebbero coinvolte nelle esplosioni del 21/7. Due giorni dopo il fermo a Birmingham del somalo Yassin Hassan Omar, sospettato del fallito attentato nella stazione metropolitana di Warren Street, sembra essersi chiuso il cerchio attorno ai terroristi grazie ai blitz effettuati in diverse zone della capitale britannica e a Roma. La maxi-retata è scattata poco prima delle undici di mattina, quando 20 agenti armati, con il volto coperto da una calzamaglia nera, hanno circondato una palazzina bianca alta due piani nel quartiere Peabody Trust, a Dalgarno Gardens, North Kensington (ovest di Londra). Secondo quanto appreso dall'emittente televisiva Sky, in uno di questi appartamenti si era rifugiato Muktar Said Ibrahim, conosciuto anche come Muktar Muhammad Said, 27 anni, eritreo, uno dei quattro aspiranti kamikaze del 21 luglio scorso, che aveva cercato di far esplodere una bomba sull'autobus n.26 nella zona di Hackney. Prima di fare irruzione la polizia gli ha intimato di spogliarsi e uscire con le mani alzate, agendo con la massima cautela per il timore che nell'abitazione ci fosse dell'esplosivo. Di fronte alla riluttanza dell'uomo («chi mi assicura che non mi sparerete?», avrebbe urlato l'eritreo di 27 anni con passaporto britannico), la polizia è infine entrata in azione mentre un elicottero sorvolava la casa. Diversi testimoni hanno riferito di aver sentito l'esplosione di tre grosse cariche, a seguito delle quali alcuni agenti, protetti da maschere antigas, sono entrati nella palazzina. Nel frattempo alcuni edifici della zona (non distante da Notting Hill) erano stati fatti evacuare e le strade sfollate e cordonate. Pochi minuti più tardi gli agenti sono usciti trascinando due giovani. Quasi in contemporanea, un terzo uomo, tutto vestito di bianco e con sembianze africane, è stato fermato in un'abitazione in Tavistock Road, nel cuore di Notting Hill. Un'ora più tardi è arrivata la laconica conferma di Scotland Yard: «Due persone sono state arrestate in un'abitazione, la terza in un'altra. Adesso sono stati portati in una stazione centrale della polizia per gli interrogatori», ha riportato una nota della Polizia Metropolitana londinese, che si è limitata a definire «altamente significativi» i tre arresti, rifiutandosi però di divulgarne le generalità. Oltre a Muktar Said Ibrahim, anche il responsabile della mancata strage nelle stazioni di Stockwell è ora detenuto nella centrale di Paddington Green: secondo la polizia si è identificato come Ramzi Mohammed, l’uomo che nelle foto segnaletiche corre con addosso una felpa con la scritta «New York». Il terzo arrestato, invece, potrebbe essere il «quinto attentatore», cioè il terrorista che non portò a termine la sua azione, ma abbandonò il suo ordigno, simile a quelli che esplosero solo in parte su metropolitana e bus, in un parco nella parte occidentale della città, non distante da dove sono avvenuti gli arresti. C'è dunque voluta poco più di una settimana, otto giorni per la precisione, perché la polizia britannica, di concerto con quella italiana, sgominasse il commando dei quattro presunti emuli dei kamikaze del 7 luglio. «Una corsa contro il tempo», costata 500mila sterline al giorno, che ha visto all'opera 31mila agenti. Dopo il tragico errore del 22 luglio, quando Jean Charles de Menezes, scambiato per un complice degli attentatori, viene ucciso da sette colpi alla testa nella stazione del metrò di Stockwell, la polizia diffonde le immagini dei quattro presunti dinamitardi, fino all’operazione che ieri sembra aver chiuso il cerchio. In totale sono 20 le persone fermate, comprese due donne arrestate ieri alla stazione di Liverpool Street (Londra), temporaneamente evacuata e chiusa al pubblico per la presenza di un pacco sospetto. Ma le indagini non sono ancora terminate: Scotland Yard sta valutando l'ipotesi di andare in Zambia per interrogare Haroon Rashid Aswat, 30 anni, ricercato anche dall'Fbi, e sospettato di essere la mente che ha progettato gli attentati del 7 luglio.

Le ricerche, dunque, proseguono, la fuga dei terroristi no.

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