Assenti con gettoni di presenza

Nel mirino dei giudici contabili sessanta consiglieri municipali

Donatella Palmieri

Truffa e falso, questi i reati ipotizzati nei confronti di sessanta consiglieri municipali sia di centrodestra che di centrosinistra, tutti con la stessa vocazione per l’assenteismo.
Le indagini del sostituto procuratore Andrea Morichini e del procuratore Angelo Canale della Corte dei Conti hanno interessato tutti i diciannove municipi della capitale. I sessanta amministratori pubblici sono indagati con l’accusa di aver intascato gettoni di presenza e rimborsi nonostante abbiano disertato i lavori delle commissioni e le riunioni dei parlamentari locali.
La Guardia di Finanza nei mesi scorsi ha sequestrato molti documenti tra i quali vi erano i verbali delle commissioni e i registri delle firme relative alle presenze. È stato così accertato che soprattutto in cinque municipi i tempi e i modi delle sedute sarebbero stati gestiti in modo discutibile. Per ore i consiglieri avrebbero organizzato le riunioni in modo da far figurare più ore rispetto a quelle realmente impiegate, dilungandosi nella lettura dei verbali della seduta precedente per poi passare a quella dell’ordine del giorno e alla discussione.
Alcuni consiglieri poi sarebbero stati impegnati contemporaneamente in diverse commissioni; altri avrebbero percepito gettoni di presenza, cinquanta euro anche se assenti.
Altre irregolarità avrebbe accertato la Guardia di Finanza: spesso alle riunioni non tutti i consiglieri sarebbero stati presenti, avendo abbandonato i lavori per effettuare sopralluoghi esterni, mentre le sedute continuavano.
Inoltre alcuni consiglieri confermati dalle recenti elezioni amministrative, avrebbero anche intascato rimborsi per le assenze dal lavoro dovute all’attività politica. Tutto questo per ottenere permessi e percepire il gettone di presenza.
Gli investigatori hanno accertato che in alcuni casi sono state create anche società ad hoc per lucrare gli indennizzi.


Qualche consigliere avrebbe dichiarato un’occupazione fittizia, un modo per sottrarre altro denaro alle casse pubbliche perchè il Campidoglio rimborsa i datori per le assenze dei dipendenti impegnati nei municipi.
Già nel 2003 la Corte dei Conti dopo un blitz della Finanza indagò sulle presunte irregolarità contabili nella gestione degli indennizzi ai politici dei parlamentini municipali.

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