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Assessore e dirigenti? In Cina per tifare Lazio

RomaNon solo uno spreco formato maglietta, una fugace epifania cinese del Colosseo che è costata ai laziali (intesi come abitanti del Lazio) la bella somma di 400mila euro. C’è pure la spedizione a Pechino del clan dei funzionari della Regione a ingrassare il conto e a gonfiare la beffa mentre si scalda il seggiolino: sarebbero otto in tutto quelli già sul posto, con largo anticipo e capitanati dall’assessore al Turismo Claudio Mancini. Ma il condizionale è il minimo perché durante la giornata il loro numero è fluttuato pericolosamente, tra conferme e raffazzonate smentite, dirigenti dimenticati e altri, sotto nostra sollecitazione, spuntati in corsa o all’ultimo momento utile.
Dei magnifici presunti otto, comunque, si sa che sono appena arrivati e che qualcuno di loro si fermerà a lungo, addirittura fino alla settimana prossima, ben oltre la gara di Supercoppa con l’Inter in cartellone sabato. Ma nessuno osi pensare o peggio insinuare che sono lì per godersi una vacanza agostana a spese dei contribuenti: a distoglierli dalle sfolgoranti meraviglie della capitale, infatti, ci sarà un programma ricchissimo di appuntamenti, eventi, vernissage e cene di gala. Momenti strategici di diplomazia pratica che consentiranno di rendere il Lazio una meta appetibile e appetita dai turisti con gli occhi a mandorla.
Stando all’agenda ufficiale si comincia domani pomeriggio, una volta assorbito il jetlag: alle ore 16 c’è l’inaugurazione della mostra «Progettare la competizione», «un percorso storico-culturale sul design sportivo». Un’ora scarsa di conferenza stampa e poi una sfilata con cocktail per dare sollievo all’ugola. Ventiquattr’ore di pausa e poi, nella sede dell’ambasciata italiana, proiezione del documentario Passeggiate romane firmato da Mo Yan, con altro cocktail a corredo. Finalmente sabato sera, le 14 da noi, il big match: palla al centro e Colosseo sulla maglia. Qualcuno, è il caso dell’assessore, partirà prima, altri resteranno per indifferibili ragioni diplomatiche. E ieri, nel corso della seduta del consiglio regionale, circolava una voce incontrollabile, secondo la quale sarebbe in partenza un’altra delegazione. Che, per carità, farebbe una toccata e fuga a spese nostre: giusto il tempo di stringere un paio di mani e vedere qualche gol. Oltre alla sudata casacca delle meraviglie, s’intende.
Quanto verrà a costare l’intera spedizione è presto per saperlo: bisognerà attendere le richieste di rimborso dei partecipanti. La certezza è una: volo, soggiorno, trasferimenti e pasti saranno a carico dei cittadini. Che salderanno il conto dell’assessore Mancini, di un funzionario della presidenza, di Bruno Manzi, direttore generale dell’Agenzia regionale per la promozione turistica, e di un suo collaboratore. E ancora del dirigente di Sviluppo Lazio Pierpaola D’Alessandro e due funzionari, che fanno tre con un altro di Filas Lazio. I precedenti non sono confortanti: come abbiamo ricordato ieri, l’ultimo viaggio di Piero Marrazzo in Cina, datato settembre 2006, è costato oltre un milione di euro, di cui una parte è servita per la limousine con autista a disposizione del presidente e per i bus Mercedes dei suoi comunque comodi accompagnatori. Con un carico da quasi mezzo milione di euro di franchigia, ci si candida per stabilire un nuovo record. Intanto non mancano le reazioni: Fabio Desideri, vicepresidente della commissione Urbanistica del consiglio regionale, fa sapere di avere predisposto un’interrogazione urgente «sulla trasferta organizzata a Pechino in vista della partita di Supercoppa», definendo la sponsorizzazione «una discutibile operazione di marketing». Mentre il consigliere del Pdl Vincenzo Saraceni ha chiesto, in futuro, «di fare scelte più oculate». «Per le attività sportive per i disabili - ha ricordato - sono state destinate finora poche migliaia di euro». Più o meno quanto costa un volo di andata e ritorno per Pechino per una persona. Figurarsi quanto si spenderà per otto, che per giunta devono bere, mangiare e dormire. Per cosa poi? Per esibire con fierezza un feticcio, uno sponsor su una maglietta che costa troppo e dura troppo poco.

Giusto il tempo di una pallida notte cinese.

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