Gli assicuratori: «Class action mostro giuridico»

da Milano

«Un mostro giuridico»: non lascia spazio a equivoci il giudizio sulla class action delle compagnie assicurative, che si augurano anzitutto che alla Camera il provvedimento sia modificato. Resta comunque il pessimismo di fondo sugli effetti della norma. «Abbiamo creato - ha detto Giampaolo Galli, direttore generale dell’Ania - un sistema in cui l’azienda può essere dichiarata colpevole, non mai innocente». Pertanto, ha concluso, «mi auguro che ci sia qualche piccola modifica alla Camera, ma non vedo, viste le proposte circolate, come si possa superare l’ostacolo costituzionale che non consente di fare come negli Stati Uniti, ovvero di rendere definitivo e tombale un giudizio di assoluzione». Il riferimento è all’articolo 24 della Costituzione italiana, che sancisce il diritto di tutti ad agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. «Se un’azienda in una class action viene assolta - afferma quindi Galli - nessuno può impedire ad altre associazioni di consumatori di intentare una nuova causa sulla stessa questione».
Più possibilista il giudizio di Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust, secondo cui la class action «innescherà meccanismi virtuosi, anche se necessita di alcuni correttivi rispetto a come è stata approvata dal Senato». E proprio per l’Authority sulla concorrenza il Garante immagina un ruolo di filtro, proponendo che si cominci gradualmente con tre capitoli fondamentali: vita, salute e risparmio.

«Una volta che l’Autorità, in quanto organo tecnico, si sarà espressa in maniera chiara - spiega Catricalà - su ingannevolezza o aggressività di messaggi o pratiche commerciali, allora si potrà aprire la via al risarcimento con prove certe».

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