Le associazioni di strada «Non ne possiamo più»

Le associazioni di strada «Non ne possiamo più»

Da «città eterna» a «città dei cantieri eterni». «Cosa penso della situazione di piazza di Spagna e dintorni? Tutto il male possibile». È fulminante Gianni Battistoni, presidente dell’associazione via Condotti, quando si parla del centro: cantieri, traffico, degrado. «Non c’è programmazione - dice Battistoni -, senza contare la recrudescenza dei pullman turistici che si moltiplicano giorno dopo giorno. Il parcheggio dei pullman sotto il traforo è una cosa illegittima, illegale e pericolosa. Ormai siamo militarizzati, speriamo di resistere...». Non meno pessimista Marcello Brighenti, dell’associazione via Frattina: «Per parlare di tutti i problemi - ironizza - ci vorrebbe l’elenco telefonico. Piazza di Spagna è una trincea, altro che biglietto da visita. Fra uno scavo e l’altro resistono solo le bancarelle, e anche in cima alla scalinata di Trinità dei Monti, dove i lavori sono già stati fatti, campeggiano tre camion-bar e banchetti di souvenir. A metà scalinata in un giorno ho contato 35 lenzuoli con mercanzie varie. Il sindaco ha fatto del decoro urbano una battaglia personale, ma le cose invece di migliorare vanno sempre peggio». Adriano Angelini, del Tridente Romano, accende i riflettori sul dramma dei parcheggi: «Anche il parcheggio di piazza di Spagna non c’è più - afferma -. Propongo che finché dura quest’emergenza i residenti possano parcheggiare su via del Babuino, solitamente piena di vetture con contrassegni per invalidi di dubbia autenticità, e posteggiare gratis sul Lungotevere». Gloria Porcella, dell’AssoSpagna, allarga le braccia: «È allucinante - commenta -. A piazza di Spagna avevano promesso che i lavori sarebbero durati poco, e invece... A via di San Sebastianello, dove stanno rifacendo il marciapiede, il cantiere è sempre vuoto.

Per non parlare di via del Tritone: ben venga la ristrutturazione della città, ma i lavori si fanno d’estate, quando non si dà fastidio alla gente che lavora, e soprattutto non si fanno nel periodo più piovoso dell’anno». \

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