A sorpresa però, l’insegnante, che fu denunciata dal padre del ragazzo che subì la punizione, al termine del processo si è detta pentita. «Se proprio devo essere sincera, se oggi dovessi punire un mio alunno, non gli farei più scrivere “Sono un deficiente“ sul quaderno. Assolutamente no. Utilizzerei altri metodi punitivi...». La docente, che ha 56 anni, ha preferito non assistere alla lettura della sentenza.
«Finalmente è tutto finito - si lascia andare poche ore dopo -. Sono sempre stata molto fiduciosa. Ho pensato fin dal primo momento che se il giudice avesso compreso le mie motivazioni, mi avrebbe assolta. E così è stato, evidentemente il Gup ha capito il mio intento». Commentando quanto detto questa mattina dal pm Ambrogio Cartosio prima della Camera di Consiglio, secondo cui a un insegnante «non può essere consentito umiliare e insultare così un alunno», la docente afferma: «E ha ragione il magistrato. La mia intenzione non era affatto quella di punire o men che meno umiliare il ragazzo. Volevo semplicemente farlo riflettere su quanto aveva fatto. Nessun insulto. In più di trent’anni di insegnamento, io non ho mai insultato un alunno».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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