«Assurdo rinunciare alle prelibatezze della nostra tradizione»

«Niente più frittura di paranza o zuppa di pesce? Poco male, da tempo non ce le chiedono più, anche se mi sembra assurdo condannare all’estinzione i cibi della nostra tradizione». Salvatore Rosiello, titolare di uno dei più antichi ristoranti di Napoli, tra le mete prescelte anche da Silvio Berlusconi in occasione dei suoi soggiorni partenopei, non si dice sorpreso dall’ultimo regolamento made in Bruxelles che limita la pesca di alcune specialità di piccolo taglio. Da buon napoletano la prende con filosofia: «Un vero peccato per il cliente - dice - che viene privato di alcune prelibatezze, ma nessun danno. Sopravviveremo anche a questo. Oltretutto da quando Bruxelles detta le regole alcuni piatti della tradizione di fatto non esistono più». «Noi ci atteniamo alle regole e già da tempo - spiega - da quando siamo stati multati, non offriamo più calamaretti e seppioline. Così come non diamo più il coniglio allevato in casa o il pollo ruspante. Ma ciò che sorprende è il veto sul rossetto, che è un pesce a tutti gli effetti. Giusto tutelare gli avannotti, ma i rossetti sono pesci adulti».

«Comunque non è la fine del mondo - conclude Rosiello - ai clienti daremo un altro antipasto. Peccato per loro che rinunciano a qualcosa di speciale, ma rispetteremo le regole. Dinanzi a una denuncia penale e a una multa salata, non c’è zuppa che tenga».

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