Asta Sea-Serravalle: australiani e indiani provano a far paura

Oggi si aprono le buste con le offerte vincolanti. Grande favorito resta il fondo F2i di Gamberale

É il D-day. Alle 10.30 in punto scade l’asta per la vendita di Sea e Serravalle. Subito dopo il Comune aprirà le buste e tirerà - se tutto va secondo le previsioni - un sospiro di sollievo per ripianare i conti. Il plurale non è azzardato, stando alle indiscrezioni. Bocche cucite fino all’ultimo a Palazzo Marino, ma sembra che le offerte potrebbero essere addirittura tre. Oltre a quella del fondo F2i di Vito Gamberale, dovrebbe concretizzarsi anche quella del fondo indiano Srei che aveva inviato al sindaco una lettera di manifestazione di interesse un mese fa e nelle scorse settimane ha presentato la domanda per accedere ai dati. La novità è che a chiedere di entrare nel data room sono stati anche gli australiani di Macquarie, in passato azionisti di Aeroporti di Roma. Ciò ovviamente non garantisce che questi operatori presentino un’offerta vincolante, ma rende l’ipotesi quanto meno plausibile. «Tanto finirà come doveva finire» assicurano in ambienti comunali e delle società sul mercato. Si è detto e scritto di una vendita creata ad hoc per il fondo di Gamberale, ma la formula del bando congiunto su autostrade e scali dopo le due gare andate deserte per la Milano-Serravalle a settembre e ottobre, dovrebbe tradursi anche in una doppia offerta da parte di F2i per avere più chance sulla concorrenza. Il sindaco Giuliano Pisapia e l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci (nella foto) hanno lanciato il bando a due opzioni: il 29,75 per cento della Sea oppure il pacchetto composto dal 20 per cento di Sea e il 18,6% della Serravalle. Stessa base d’asta, 385 milioni di euro. Per il fondo di Gamberale sarebbe più interessante l’acquisto solo degli scali, per il Comune più conveniente le due società insieme. Da qui la possibilità che per non correre rischi, F2i partecipi contemporaneamente alle due offerte.
Ci sono volute ventisette ore e due minuti di maratona in aula, tra il 14 e il 15 novembre scorso, per dare il via libera in consiglio comunale alla vendita dei due asset. Il Pdl ha accusato a ripetizione Pisapia e Tabacci di «s-vendita e inciuci con Gamberale», ma anche sulla gestione della delibera in aula aveva annunciato un ricorso al Tar. A inizio dicembre la Procura ha aperto comunque un’inchiesta relativa all'asta indetta dal Comune, ma Tabacci allora ha assicurato che «non ha nessun significato. Non può comportare nulla. É un modello 45 senza ipotesi di reato o indagati». L’ossigeno in cassa a Palazzo Marino non salverà comunque i milanesi dalle prossime manovre pesanti per il 2012: già allo studio il rialzo dell’Irpef e l’introduzione della tassa di soggiorno.
Sul fronte Serravalle, ieri si è riunito il consiglio di amministrazione presieduto da Marzio Agnoloni. Nel corso dei lavori, il board della società ha avviato il dialogo per determinare mercoledì 21 i poteri e deleghe.

Intanto viene precisato con una nota che la società può contare sull’azione di direzione e di gestione esercitate «con pieni poteri» dal presidente Agnoloni e dal dg Mario Martino. É stato inoltre indicato come previsto l’ex presidente di Atm Bruno Soresina, appena entrato nel cda, come consigliere di Pedemontana (il cui consiglio si riunirà oggi).

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