Lo studio GISSI-HF è stato supportato anche da AstraZeneca, società anglo-svedese, 67mila dipendenti, impegnata nella ricerca. «Nel 2007 abbiamo investito a livello globale - ricorda il dottor Raffaele Sabia, direttore medico della consociata italiana - oltre 5 miliardi di dollari, pari al 17% del volume di affari. Sono 13mila i ricercatori che lavorano nei nostri 17 Centri di ricerca in otto Paesi. In India abbiamo aperto a Bangalore un Centro per lo studio della tubercolosi». L'impegno di AstraZeneca nella ricerca cardiovascolare, è stato premiato nel 1988 con il Nobel per la Medicina assegnato a James W. Black e nel 2000 ad Harvid Carlsson per lo sviluppo dei beta-bloccanti. «In Italia - precisa il dottor Sabia - stiamo coordinando circa 60 studi che coinvolgono 900 Centri clinici e ben 22mila pazienti con problemi oncologici, cardiovascolari, dismetabolici o sofferenti di malattie psichiatriche, gastrointestinali o respiratorie. Una ricerca indipendente è guidata dall'Istituto Superiore di Sanità e valuta gli effetti degli inibitori di pompa protonica sul melanoma, una seconda dagli Istituti Rizzoli sul sarcoma. Nel 2007 abbiamo investito 14 milioni di euro. Con il dottor Montaguti del Policlinico di Roma abbiamo un progetto per la formazione di una rete di Centri di eccellenza.
L'Italia è capofila in Europa nello studio di una molecola per il tumore ovarico. Già approvato e condiviso con il professor Scagliotti un progetto per uno studio europeo con un farmaco (Zactima) sul tumore al polmone non a piccole cellule».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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